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Arma letale, insostituibile, capitano e leader. Theo Hernandez e una crescita arrivata all’ultimo incrocio

Theo Hernandez ed il Milan. Un legame che sembra indissolubile e che ha visto le due parti crescere di pari passo e raggiungere traguardi importanti insieme. In attesa che Mister Stefano Pioli trovi una soluzione ad un’arma tattica che lo scorso anno disintegrò letteralmente tantissime difese e opposizioni avversarie, il terzino francese cerca di recuperare la migliore forma possibile dopo il piccolo infortunio accusato nella gara contro il Napoli prima della sosta. Theo Hernandez è sicuramente una delle armi più pericolose e importanti che i rossoneri possono schierare contro ogni tipo di avversaria. Laterale basso di sinistra dotato di una velocità e di una fisicità impressionanti, ma che abbina alla sua prepotenza fisica anche un’ottima tecnica di base. Difficile da contrastare quando parte palla al piede sulla fascia di competenza o, come spesso accade da due stagioni a questa parte, anche quando si accentra e crea il panico nelle compagini avversarie in una zona non di sua competenza. Negli ultimi anni, soprattutto, dalla passata stagione, Theo ha anche migliorato la sua fase difensiva e i suoi errori, ormai, si contano sulle dita di una mano all’interno di una singola stagione. Qualcosa da migliorare, però, c’è ancora ed il suo processo di crescita non può ancora dirsi completato.

Theo Hernandez, storia e crescita al Milan

Theo Hernandez
Theo Hernandez

Arrivato nell’estate del 2019 dal Real Madrid per circa 20 milioni di euro, voluto fortemente da Maldini (iconica la foto ad Ibiza in cui Paolo viene fotografato a pranzo con il francese, mentre cerca di convincerlo a sposare il progetto Milan), Theo Hernandez fa fatica in un primo momento a trovare spazio perché Giampaolo gli preferisce Ricardo Rodriguez. Insieme a tutta la squadra, però, cambia decisamente marcia con l’arrivo di Stefano Pioli e comincia a far intravedere tutte le sue enormi potenzialità. Quando parte palla al piede, soprattutto negli ultimi minuti del match con le squadre avversarie stanche e sulle gambe, è semplicemente imprendibile e devastante. Spacca in due in ogni momento della partita le difese avversarie e, spesso, i tiri che partono dal suo piede sinistro sono siluri imprendibili per i portieri avversari. Diventa uno dei migliori terzini in tutta Europa in quanto a produzione offensiva e pochissimi nel suo ruolo possono competere con lui nella classifica di gol e assist da quando è al Milan. Dalla passata stagione, inoltre, Theo Hernandez ha anche riconquistato la Nazionale e per il ct Deschamps è uno degli elementi cardine della compagine transalpina. Una crescita graduale e costante, insomma, che ha permesso a lui ed al Milan di migliorare stagione dopo stagione, anno dopo anno e arrivare a trionfi inaspettati anche solo un paio di anni fa.

Theo Hernandez leader e capitano. Ecco dove bisogna migliorare 

Arbitro Valeri Theo Hernandez
Arbitro Paolo Valeri – MilanPress, robe dell’altro diavolo

Nel frattempo, però, Theo Hernandez impara anche a difendere, o meglio diventa più attento nella fase di ripiegamento. Nelle prime due stagioni, infatti, il francese era un po’ croce e un po’ delizia per Pioli ed i suoi compagni di reparto. Troppe disattenzioni, troppe sbavature, troppi passaggi a vuoto, soprattutto sotto il punto di vista della superficialità e del restare nel match per tutti gli interi 90′. Dalla stagione scorsa, però, anche il suo lato debole è diventato spesso un punto di forza. Con la sua fisicità e velocità, infatti, se non stacca la spina, Theo Hernandez diventa insuperabile da qualsiasi avversario (o quasi) ed un elemento prezioso nelle diagonali difensive che, spesso, rappresentano l’ultima spiaggia per la retroguardia rossonera. Carisma e personalità non gli mancano di certo ed era quasi naturale che Theo diventasse un leader di questa squadra e, in assenza di Davide Calabria, anche il Capitano. Qualcosa da migliorare, però, ancora c’è. Il nazionale francese pare ancora troppo distratto in area rossonera sulle palle alte, su cui spesso si fa sorprendere ed è ancora troppo avvezzo ai cartellini. Troppi i gialli e qualche rosso che, purtroppo, mettono in difficoltà allenatore e squadra anche in partite importanti. Irruenza, personalità sopra le righe, irrazionalità e “testa calda” sono infatti gli ultimi lati del suo carattere da limare per diventare, a tutti gli effetti, il leader maximo e di riferimento di questo Milan.

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