Nella vittoria sofferta, ma alla fine ottenuta grazie alla qualità ed alla voglia, di Empoli, Christian Pulisic è stato nominato MVP da critica, tifosi e addetti ai lavori. Ma, se Santiago Gimenez si è presa la scena grazie alla giocata sul gol dello 0-2 e all’impatto devastante sul nostro campionato, se Rafael Leao in qualche modo fa sempre parlare di sé nel bene o nel male, se, ancora, Joao Felix fa stropicciare gli occhi con giocate che valgono il prezzo del biglietto, se, infine, Reijnders viene spesso citato come il milanista migliore di questa stagione, l’esterno d’attacco americano stupisce per la sua continuità e perché, alla fine dei conti, non tradisce mai. Gli altri si prendono la scena, lui fa i fatti e dimostra di essere forse l’unico insostituibile di questa squadra, almeno tra i giocatori offensivi, chiunque sia l’allenatore in panchina. Pulisic è sicuramente il campione poco appariscente, ma ad ogni modo decisivo e che fa felice i tecnici che possono schierarlo e averlo a disposizione. Il Milan con lui è un’altra squadra e la sua assenza si è sentita tanto nel mese di dicembre, quando si infortuna a Bergamo, lascia il campo a fine primo tempo e costringe Fonseca a fare a meno di lui e a cominciare quella brutta serie di partite che poi gli costano l’esonero.
Pulisic, i numeri non mentono mai

Dalla parte di Pulisic ci sono sicuramente i numeri, oltre che i fatti e la qualità che il Capitano della Nazionale statunitense riesce a mettere in campo in ogni partita, in quasi tutte le azioni offensive rossonere. Da quando è arrivato al Milan, infatti, Christian ha segnato 27 reti in 80 partite, tra tutte le competizioni, più di un gol ogni tre gare. Un dato sicuramente importante per uno che di mestiere non fa la prima punta. Se racchiudiamo il dato alla sola Serie A, poi, si nota che Pulisic ha realizzato 18 reti e 14 assist in totale in poco più di una stagione e mezza. Da quando è sbarcato nel nostro campionato Christian è il calciatore che in assoluto ha fornito più assist ai compagni dell’intero torneo. Un primato che fa capire una volta di più il suo essere fondamentale nelle azioni offensive rossonere e che è stato dimostrato ancora una volta nel match di ieri, con le due assistenze decisive per i gol di Leao e Gimenez. Nelle 19 partite di questa stagione in Serie A, sono sei i gol e otto gli assist: 70% di titolarità, 65% dei minuti giocati e 40% di partecipazione al gol totali della squadra. Insomma, il numero undici rossonero trova quasi sempre il modo di impattare e risultare decisivo. Nel bottino di questa stagione vanno anche aggiunte le quattro marcature in Champions League e le due nelle altrettante sfide di Supercoppa italiana dove, alla fine dei conti, Pulisic è stato decisivo per riportare un trofeo in casa rossonera dopo più di due anni di digiuno.
Pulisic, qualità e sacrificio a servizio della squadra

E, allora, c’è chi va e chi viene. Chi entusiasma il pubblico e chi fa parlare di sé. Chi promette di far spellare le mani a tutta San Siro e stropicciare gli occhi, ma c’è anche chi, come Christian Pulisic, non può e non deve mancare mai. Un campione poco appariscente, umile, ma sempre decisivo che, rispetto ad una comunque straordinaria prima stagione da milanista, sembra aver fatto un upgrade ulteriore. Il Capitano di team USA, infatti, nella scorsa stagione, spesso e volentieri segnava in partite non di cartello e contro avversari abbordabili, per poi vedersi poco negli scontri diretti e quando il livello si alzava. In questa, invece, Pulisic ha dimostrato di poter fare la differenza anche nelle partite che contano di più. Lo dimostra la splendida rete nel derby d’andata in campionato, ma anche il gol al Liverpool in Champions League e le due reti decisive tra semifinale e finale di Supercoppa italiana. Un salto di qualità che dimostra anche la mentalità di un ragazzo che non ha paura di fare la differenza anche quando il livello sale e che, da qui in avanti, sarà fondamentale per gli equilibri di Mister Conceicao. Se si vuole cercare di schierare il Milan con i fantastici quattro davanti e con Rejnders nei due di centrocampo, infatti, molto passa anche dal sacrificio che il tecnico portoghese chiederà ai suoi e che Pulisic sembra essere il più portato, di natura, ad offrire e non far mancare. Insomma, il livello qualitativo del Milan, ora, si alza sensibilmente, ma il numero undici resta fondamentale e insostituibile.