HomeIn evidenzaMusah e il paradosso del centrocampo: tanti arrivi ma resta una lacuna

Musah e il paradosso del centrocampo: tanti arrivi ma resta una lacuna

Con Yunus Musah in arrivo – salvo colpi di scena dell’ultim’ora – il Milan completa la sua rivoluzione a centrocampo: nel giro di 14 mesi si è passati dalla triade Tonali-Kessié-Bennacer a quella composta da Loftus-Cheek, Reijnders e l’americano. Una faccia totalmente nuova per il reparto più importante – difficilmente Bennacer sarà arruolabile prima di gennaio – che rappresenta l’enigma più intrigante del nuovo Milan di Pioli, ogni giorno più vicino alla sua versione definitiva.

Chi è Musah, duttilità e potenza

Nato a New York City da genitori di origini ghanesi, un’infanzia passata tra Italia e Inghilterra, Musah si è affermato come mezzala nel 4-3-3 ma è capace di giocare anche in un centrocampo a due. Centootto presenze con la maglia del Valencia, 27 con quella degli States, il classe 2002 è un centrocampista “box to box” molto versatile che può essere impiegato in tutte le zone centrali di campo, all’occorrenza persino da trequartista. Tallone d’achille, almeno fino ad ora, è il rapporto con il gol: appena 5 con la maglia dei pipistrelli e nessuno in nazionale.

Musah
Yunus Musah

Potenza, esplosività, intensità e duttilità sono le caratteristiche principali di un giocatore che dovrebbe completare un reparto a cui però sembra mancare una figura chiave come quella del regista. Nelle prime sgambate estive ad agire da vertice basso è stato Krunic, ma il bosniaco ha un ritmo troppo compassato e “phisique du role” poco adatto per fare da titolare in un ruolo così delicato. Di alternative però non ce ne sono molte, con Bennacer ai box per mesi e Adli – probabilmente quello con più qualità – palesemente fuori dal progetto tecnico di Pioli.

Che centrocampo sarà con Musah

Il collaudato 4-2-3-1 o il 4-3-3: sono questi i due moduli tra cui dovrebbe rimbalzare il Milan del prossimo anno. E in entrambi i casi sorgono domande riguardo il centrocampo: uno schieramento a due sembra un controsenso vista l’abbondanza di mezzali, la soluzione a tre sembrerebbe la più logica ma resta il dubbio chi possa prendere le chiavi della regia. Musah è una scommessa interessante che offre più alternative in mezzo al campo ma non il play di cui la squadra ha bisogno. Ecco perché paradossalmente il reparto con più acquisti dell’estate resta ancora quello con un grade buco da colmare.

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