È arrivato dall’Empoli assieme a Bennacer, con la consapevolezza di essere il meno quotato dei due. Senza una collocazione determinata in mediana, con tutto ciò che ne consegue di positivo e negativo. Il jolly di un calcio che non c’è più. Aspettative dunque relativamente basse, ma con in testa l’idea di potersi giocare la chance che valeva la carriera.
Superstite e senza ruolo: la crescita di Rade
Sono già quattro le sue stagioni rossonere e il suo impiego è stato sempre costante, salvo il primo anno con un minutaggio più limitato. Ha coperto più zone di campo di tutti da quando è arrivato. Da falso dieci, a esterno alto, da mediano a terzino.
Se nell’anno dello scudetto ha fatto bene come finto trequarti, l’anno passato ha trovato collocazione nella mediana a due assieme a Tonali, viste le assenze di Bennacer e la mancanza di alternative credibili dopo le partenze a 0 di Calhanoglu e Kessie.
Paradossalmente con la partenza di Sandro e il lungo stop che terrà Isma out fino al 2024, Rade sarà l’ultimo dei Moicani di una mediana che c’era e ora non c’è più. Va detto che tatticamente la sua crescita è stata importante e i minuti conquistati son frutto del suo sviluppo oltre che delle mancanze altrui.
Anche questa notte, da regista basso non ha sfigurato e ha fatto vedere perché era il Diavolo decise di investire su di lui. Altro giro, altro anno, altro ruolo. Le stagioni passano ma Krunic è sempre più affidabile.
