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La lotta per la Champions League: griglia di partenza

È il 6 ottobre ed è tempo di tirare le somme, dopo un mercato a tratti anomalo. È stata la sessione estiva dei prestiti, di tutti i tipi: secco, con diritto di riscatto, con obbligo di riscatto o con obbligo al raggiungimento di determinate condizioni. È stato il mercato dei sogni utopici e dei sogni realizzati, dei contratti depositati all’ultimo secondo e degli affari saltati all’ultimo, all’insaputa della società stessa. È stato il calciomercato influenzato dalla crisi economica che sta investendo sia i club minori che i club più blasonati (l’esempio lampante è il Paris Saint Germain).

Ora ci sarà una tregua di tre mesi, fino alla sessione invernale, ma il campo inizierà a parlare, anche se per qualcuno già lo ha fatto. Sfruttiamo questa pausa per le Nazionali per vedere a che punto sono e come escono da questo mese di trattative le squadre che, teoricamente, dovrebbero lottare per i posti in Champions League. I primi due li diamo per assodati, Juventus ed Inter per qualità e profondità di organico sono le due favorite per contendersi il titolo. Non vanno escluse sorprese, ma ai nastri di partenza si presentano come i due colossi che faranno un campionato a sé. Restano da decretare le padrone degli altri due slot Champions e le squadre che presumibilmente se li contenderanno saranno 5. Ricordiamo che da quest’anno, la quinta in classifica e la vincitrice della Coppa Italia saranno ammesse all’Europa League, mentre la sesta parteciperà alla neonata Conference League, terza competizione europea per club.
L’ordine dei club trattati sarà casuale, ma si partirà chiaramente dal Milan.

Milan: Stefano Pioli - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Milan: Stefano Pioli – Milanpress, robe dell’altro diavolo

Milan, un mercato agrodolce per tornare in Champions League

La squadra rossonera, ancora imbattuta dopo la fine del lockdown (15 vittorie e 4 pareggi in tutte le competizioni), ha iniziato la stagione così come l’aveva terminata. 3 vittorie su 3 in campionato e 3 vittorie su 3 nei preliminari di Europa League. Il tutto condito da assenze di vario genere, tra infortuni, squalifiche, Coronavirus. Ciononostante i due primi obiettivi stagionali sono stati raggiunti: la qualificazione in Europa League ed il bottino pieno nelle prime tre partite di campionato, tutte, sulla carta, abbastanza agevoli. Di questo ne abbiamo parlato nell’editoriale uscito ieri, di cui lasciamo qui il link.

Il vero acquisto, su cui la società ha investito molto (in prospettiva sono 35 milioni), è Sandro Tonali, uno dei talenti più cristallini in Italia ma anche all’estero. Il classe 2000 ha spinto per far sì che si realizzasse il suo sogno di diventare un calciatore del suo tanto amato Milan e ciò è accaduto. In una cornice ancor più romantica, vista la trattativa vicina alla chiusura con i cugini nerazzurri. L’ex Brescia è il grande acquisto del mercato estivo, ma la società non si è fermata a lui. Tutti gli altri acquisti rossoneri li potete trovare qui, così come anche le cessioni. La domanda ora è una: il Milan è pronto per fare il salto definitivo e tornare in Champions League?

Siamo ad inizio ottobre, 9 punti in campionato, nonostante le defezioni (Ibrahimovic, Rebic e Romagnoli su tutti), sono stati portati a casa. Il prossimo test è il derby, partita che non si vince, in questa competizione, dal lontano 2016. Potrebbero tornare a disposizione tutti e tre i grandi assenti, così da permettere a Pioli di schierare la formazione tipo nel primo big match stagionale. Sul fronte mercato, è vero che manca un centrale difensivo in più? Probabilmente sì, viste le tre competizioni che si giocheranno. In questo modo si responsabilizzerà Gabbia, che resta il terzo difensore centrale e si farà affidamento anche a Duarte e Musacchio, quando saranno disponibili. Da qui all’inizio di gennaio ci saranno 17 partite, 6 dei gironi di Europa League e 11 di campionato. La società non ha voluto spendere e rischiare di buttare via soldi al termine del mercato, ha preferito aspettare ed arrivare a gennaio, dove, a seconda dei risultati ottenuti si faranno nuovi calcoli.

Ad oggi, il Milan non è la squadra più attrezzata delle 5 che lotteranno per i due posti in Champions, perché nel reparto difensivo, come già detto, la coperta non è lunghissima. Tuttavia potersi permettere di tenere in panchina uno tra Tonali, Bennacer e Kessié sarà un lusso, così come avere come alternative in attacco Rafael Leao, Brahim Diaz e Hauge, pronti a subentrare a partita in corso per rompere gli schemi. Manca un vice Theo Hernandez, dopo l’uscita di Laxalt in prestito secco al Celtic (altra operazione mirata al bilancio, visto l’ingaggio di 1,7 milioni percepito). In caso di necessità saranno adattati Calabria o Dalot. Manca forse un quarto centrocampista, con Krunic che sarà utilizzato per questo ruolo. Infine, manca forse anche un centravanti in sostituzione ad Ibrahimovic, ma si è puntato tutto su Lorenzo Colombo, che con lo svedese al suo fianco, avrà la possibilità di crescere. Eppure il gioco e l’entusiasmo degli ultimi tempi possono spingere il Diavolo molto in alto. Sarà una lotta dura, probabilmente giocata sugli scontri diretti, ma Atalanta, Lazio, Roma e Napoli sono avvisate: quest’anno c’è anche il Milan.
Gioventù.

Milan – Milanpress, robe dell’altro diavolo

Atalanta formato Champions, cresce di anno in anno

La Dea è l’unica squadra, al pari del Milan, ad aver iniziato il campionato con 3 vittorie su 3. Tutti gli anni, oramai, si dice che sia l’anno del fisiologico calo, ma tutti gli anni la squadra di Gian Piero Gasperini smentisce tutti e fa ancora meglio. Da due anni si conferma la terza forza della Serie A e, nello scorso, ha raggiunto anche i quarti di finale della prima Champions League della sua storia.

Risultati impressionanti per una realtà che fino a 10 anni fa faceva su e giù dalla Serie B. La progettazione che fanno a Bergamo è un qualcosa di unico: dal 2017 ad oggi 321,7 milioni di euro di entrate. Un numero mostruoso, possibile solo grazie allo scouting ed alla crescita nel settore giovanile, fiore all’occhiello del calcio giovanile italiano. Basti pensare all’ultima cessione, avvenuta nella giornata di ieri: il classe 2002 Amad Diallo Traoré è stato ceduto al Manchester United, squadra a cui si accaserà da gennaio, per 25 milioni di euro più 15 di bonus. Un totale di 40 milioni di euro per una classe 2002 che ha giocato solamente 3 partite in Serie A. Questo dato fa capire la dimensione raggiunta da questa squadra.

Nondimeno è il mercato in entrata, dove sono arrivati giocatori come Miranchuk, centrocampista 24enne con esperienza europea, Romero, difensore giovane con esperienza nel nostro campionato, Lammers e Mojica, attaccante ed esterno di centrocampo che possono garantire un buon ricambio a Zapata e Gosens. Infine sono arrivati Piccini e De Paoli per sostituire il partente Castagne (altra plusvalenza gigante).

Non basta, però, il mercato. C’è bisogno anche del gioco sul campo, ma anche su quello c’è solo che da imparare. In 3 partite di campionato sono stati 13 i gol fatti e 5 quelli subiti. Il tutto senza uno dei protagonisti della squadra, Josip Ilicic, ancora fuori ed alla ricerca della forma migliore. La mentalità è quella di una grande squadra moderna: attaccare, attaccare ed attaccare. Si possono subire gol, ma bisogna farne a profusione. Il reparto offensivo atalantino può contare su giocatori oramai di primo livello: Zapata, Muriel, Papu Gomez, Malinovsky, Pasalic, Miranchuk ed Ilicic. Quello che fa specie è che gli ultimi due non hanno ancora messo piede in campo quest’anno. Oltre a loro anche gli esterni di centrocampo, i bomber Gosens e Hateboer, gli equilibratori in mezzo al campo Freuler e De Roon ed i difensori col vizio del gol Djimsiti, Palomino e Toloi. Una macchina da guerra guidata da un tecnico che ha saputo dare e continua a dare un apporto fondamentale alla squadra, Gian Piero Gasperini.

C’è poco da dire, l’Atalanta parte come la favorita tra le cinque e può puntare, forse, anche a qualcosa in più. Corazzata.

Ante Rebic e Rafael Toloi – Milanpress, robe dell’altro diavolo

Lazio, Champions difficile con questo mercato

La Lazio è probabilmente la squadra che si è rinforzata meno durante il calciomercato ed era forse quella che ne aveva più bisogno, in vista dell’impegno in Champions League. Stiamo pur sempre parlando di una squadra composta da titolari del calibro di Milinkovic Savic, Luis Alberto e Ciro Immobile, ma delle alternative di livello mancano.

In una stagione che si prospetta densa di impegni, la squadra di Simone Inzaghi non ha ceduto i suoi pezzi forti e ha cercato di aumentare la profondità della sua rosa. In primis con un attaccante, il kosovaro Vedat Muriqi dal Fenerbache per 17,5 milioni. Una riserva in più per il reparto offensivo che conta già i nomi di Immobile, Correa e Caicedo. Due alternative nuove anche per il centrocampo, Escalante e Andreas Pereira, il primo a parametro zero, il secondo in prestito dal Manchester United. Infine gli ultimi due colpi degni di nota sono Mohamed Fares per la fascia sinistra e Wesley Hoedt, vecchia conoscenza laziale al centro della difesa. Da non dimenticare anche l’arrivo di Pepe Reina, che farà da secondo a Strakosha.

Se analizziamo i nomi, difficilmente vediamo in loro nuovi titolari, forse Fares, che però è fermo da mesi per infortunio. C’era bisogno di qualche giocatore che potesse garantire sicurezze e Tare l’aveva individuato in David Silva, in uscita dal Manchester City. Silva era il profilo perfetto per lo scacchiere di Simone Inzaghi e la Lazio è stata ad un passo dal trasferimento. Ciononostante all’ultimo, nello stupore generale, lo spagnolo ha raggiunto un accordo con la Real Sociedad, futura avversaria del Napoli in Europa League. La società biancoceleste non l’ha presa molto bene e non le ha mandate a dire al fantasista. È mancato un colpo del genere, oltre che ad altri rinforzi in difesa, dove la situazione non è delle migliori. Acerbi sarà costretto al consueto tour de force e non è più giovanissimo, le alternative che possano garantire sicurezza scarseggiano.

Per la Lazio era il momento di fare il salto di qualità, ma così non è stato e, mentre le altre squadre si sono tutte rinforzate, la squadra del presidente Claudio Lotito ha fatto sì degli investimenti mirati, ma forse non all’altezza del livello delle contendenti. Nella griglia di partenza parte a pari merito, o forse anche dietro il Milan, visto anche l’inizio di campionato non eccelso.
Delusione.

Simone Inzaghi – Milanpress, robe dell’altro diavolo

Roma, Champions difficile ma non impossibile

A Roma, sponda giallorossa, la situazione non è semplice. I giallorossi sono reduci da un cambio di proprietà ancora fresco e le gerarchie all’interno del club sembrano traballare. Lo stesso Fonseca è susseguito da voci che lo vogliono lontano dalla Roma. Nel frattempo, però, sul mercato si è operato abbastanza bene e la conferma di Dzeko, non tanto dovuta ad una sua convinzione, è stata un toccasana.

Il grande addio dell’estate è stato quello di Aleksandar Kolarov, nella Capitale da anni, che si è trasferito a Milano, sponda nerazzurra. Sono stati fatti fuori esuberi anche eccellenti, come Under, Kluivert, Perotti e Florenzi. In entrata, sono state fatte operazioni importanti, come il ritorno di Smalling, con il contratto depositato all’ultimo secondo disponibile, la conferma di Mkhitaryan, gli arrivi di Kumbulla, Pedro e Borja Mayoral. Purtroppo per loro, i giallorossi dovranno fare a meno fino all’anno nuovo della loro punta di diamante, Nicolò Zaniolo.

Ciò che convince poco sono il ruolo del portiere, occupato dall’esperto Mirante e quello dell’esterno destro, occupato da Karsdorp o da Bruno Peres. Oltre a ciò, l’inizio flop con la partita persa 3-0 a tavolino per un errore nelle liste non è stato dei più esaltanti. Il livello è buono, anche grazie al gioco offensivo imposto da Fonseca ed i giallorossi potrebbero giocarsela fino all’ultimo, a patto che non ci siano distrazioni esterne o vicissitudini interne che possano portare il caos all’interno della squadra. Meno dell’ Atalanta, pari col Milan, meglio della Lazio. Se la aspettano in pochi, porre molta attenzione.
Sorpresa.

Leao, Spinazzola e Mancini – Milanpress, robe dell’altro diavolo

Napoli, continuità verso la Champions

Il Napoli, da quando è arrivato Rino Gattuso, ha cambiato passo e si è lasciato alle spalle la brutta parentesi di inizio stagione con Carlo Ancelotti. Il tecnico calabrese ha dato alla squadra equilibrio e mentalità, in un’annata difficile viste le divergenze tra giocatori e presidente (l’ammutinamento ad esempio). La vittoria della Coppa Italia, con annessa qualificazione ai gironi di Europa League, è stato il giusto premio per il lavoro svolto.

Il mercato estivo ha riservato ai partenopei grandi investimenti. Victor Osimhen è stato l’acquisto più oneroso della storia del Napoli, arrivato per 70 milioni di euro più 10 di bonus. Il costo è stato ammortizzato da 4 operazioni staccate con il Lille, che ha acquistato 4 giocatori dal Napoli, tra cui Karnezis, per un valore totale di 20 milioni di euro. Il calciatore nigeriano è un’importante soluzione offensiva, nel reparto che già conta i nomi di Insigne, Mertens, Lozano, Politano e Petagna. Quest’ultimo è un altro acquisto, bloccato durante il mercato di gennaio, così come Rrahmani dall’Hellas Verona. Ciliegina sulla torta è stato l’arrivo in prestito secco dal Chelsea di Tiémoué Bakayoko, pallino del Milan per tutto il corso dell’estate.

Il vero acquisto potrebbe essere stata la permanenza di Kalidou Koulibaly, rimasto a Napoli nonostante le avances dei club esteri. Il senegalese forma con Manolas, Rrahmani e Maksimovic un reparto arretrato di livello altissimo. La caratteristica principale del Napoli è l’avere le coppie in ogni reparto, con le alternative che sono tutte di buon livello. In un ipotetico 4-2-3-1, nella zona mediana Bakayoko e Demme partono come le alternative di Fabian Ruiz e Zielinski, con l’aggiunta di Lobotka.

Il punto debole, con questo modulo, può diventare proprio quell’equilibrio, che Rino Gattuso aveva trovato durante i primi mesi. Fabian e Zielinski, infatti, sono entrambi due mediani anomali, propensi alla fase offensiva. L’aggiunta di Bakayoko in tal senso è perfetta, visto che l’allenatore lo ha conosciuto durante l’esperienza al Milan.
Nonostante le perdite di Callejon ed Allan, partenopei di lunga data, la squadra è solo che migliorata ed è quasi al livello dell’Atalanta per organico. Il Napoli, però, è reduce da un episodio che potrebbe avere delle ripercussioni anche sulla testa dei giocatori, oltre che sulla classifica. Se venisse confermato il 3-0 a tavolino contro la Juventus ed il -1 in classifica, sarebbe una situazione parecchio scomoda. Inoltre c’è il problema del contagio da Coronavirus, con la squadra in allarme viste le tante positività del Genoa, squadra affrontata alla seconda giornata. Le positività di Zielinski ed Elmas non sono un segnale confortante.
Incognita.

Rino Gattuso – Milanpress, robe dell’altro diavolo

 

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