Il 2023 del Milan ha fatto scattare un allarme preciso e molto rumoroso: la difesa. Quello che si affaccia alla complicata trasferta dell’Olimpico contro la Lazio con un -12 dal Napoli, infatti, è un Diavolo pieno di scorie pesanti, acuite dal pesante K.O. per mano dell’Inter nella Supercoppa Italiana di mercoledì. Pioli deve ritrovare i giusti equilibri anche perché i numeri del nuovo anno sono assolutamente non all’altezza del club Campione d’Italia: cinque partite giocate e nove gol presi, lo stesso numero di reti incassate dal Milan in tutto il girone di ritorno dello scorso campionato.
Milan, la difesa non è più granitica
Insomma, quella difesa che era stata uno dei principali fattori per andare verso il diciannovesimo scudetto sta dando più di qualche grattacapo a Pioli. Nella Capitale, il Milan dovrebbe restituire il reparto alla rodata coppia Kalulu-Tomori, dopo l’utilizzo di Kjaer in luogo del francese a Riyadh. La speranza è che il centrale inglese non vada incontro agli stessi svarioni di mercoledì, anche se i problemi, la difesa li aveva già denunciati nelle prime partite di gennaio, soprattutto nella rimonta incassata nel finale dalla Roma e nel pessimo primo tempo di Lecce. Il totale, non certo edificante, parla di sole quattro partite su diciotto, in campionato, con la porta di Maignan prima e Tatarusanu poi rimasta inviolata.
Serve tornare al modulo-Scudetto
Chi scrive è certo che, fin dal giorno dopo Riyadh, Stefano Pioli abbia pensato a quali modifiche apportare al suo scacchiere per invertire la rotta. Il mister, del resto, lo ha ammesso nella conferenza post derby: “Se vogliamo ottenere risultati diversi qualcosa va cambiato”. L’impressione è che la strada migliore da perseguire sia quella del ritorno al 4-3-3, il modulo sul quale la scorsa stagione Pioli ha costruito l’impenetrabile Milan del girone di ritorno dello scorso campionato. Un centrocampista in più garantirebbe più equilibrio in mediana e un maggiore sostegno a Tonali e Bennacer, troppo spesso in balia delle scorribande avversarie. Di opzioni ce ne sono: Vrancx, Pobega, Krunic, Adli. Chiaro, nessuno di loro è Kessie, ma in un contesto tattico che li valorizza possono dire la loro. A chi scrive, inoltre, piacerebbe poi vedere largo a destra Charles De Ketelaere, nel ruolo dove – dati alla mano – è stato più spesso impegnato con il Club Brugge. Martedì a Roma il Milan avrà l’ultima chiamata Scudetto: per nutrire ancora qualche speranza di seconda stella bisognerà badare al sodo e serrare le fila.
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