Tempo e tempismo, quanto è facile parlare prima? Tanto semplice quanto (spesso) sbagliato, soprattutto se il protagonista della nostra storia è il Milan di Stefano Pioli. Una squadra definita spesso non all’altezza; un gruppo di ragazzi troppo giovani per vincere, per convincere, per alzare la voce in Italia e in Europa.
Questo delicato ma “simpatico” discorso nasce dalla stagione passata, quella 2021-2022. Nessuno, o quasi, crede che il Milan – che nel frattempo viaggia sul suo glorioso binario – possa conquistare quel tricolore da sottrarre ai cugini. Quelli reputati vincenti, da cui bisogna recarsi per provare a vincere qualcosa. O almeno, questo era l’intento secondo alcuni.
Un Milan dato per spacciato dalle dichiarazioni e dai pareri di chiunque, alla fine quel tricolore se l’è cucito sul petto. Meritando, vincendo sul campo, dimostrando rabbiosamente e con il lavoro quanto tutto sia possibile finché lo si crede davvero.
La storia si ripete
Eppure, come se lo scudetto della stagione 2022 non bastasse per sottolineare quanto sia importante pazientare prima di sputare giudizi, lo stesso Milan – lo stesso per davvero, anzi, addirittura con qualche elemento in meno rispetto al passato – ha messo a tacere l’ennesimo macro gruppo di persone che aveva deciso di spacciare il Diavolo per finito.
Ma il Diavolo che veste quell’abito elegante disegnato da coach Pioli, non arretra di un passo. E se da un lato fa enorme fatica a difendere lo scudetto che a giugno verrà cucito giustamente sul petto del Napoli di Spalletti, dall’altro alza la voce e conquista con i denti la semifinale di Champions League. Questo Milan! La semifinale!
Ed ecco che si riparte da qui. Dagli sfottò dei tifosi, i pareri degli addetti ai lavori, i pronostici e le quote tutte a favore della formazione partenopea. Contro tutto e contro tutti, l’armata di Stefano Pioli (ancora una volta) tira fuori gli attributi nel primo, nel secondo e anche nel terzo incontro della trilogia di partite tra Milan e Napoli in appena 16 giorni.
Un terzo incontro che per il gruppo rossonero rappresenta quasi un “Terzo Tempo”, come nel Rugby. E mentre il tempo passa, tutti parlano ma questo Milan resta.