Quelli conquistati ieri sera all’Unipol Domus di Cagliari sono stati tre punti dal peso specifico enorme nel campionato del Milan ed in generale nella corsa scudetto. Scendere in campo subito dopo Napoli e Inter, nel catino sardo, contro una squadra alla disperata ricerca di punti salvezza, disseminava i novanta minuti di tante trappole, che per fortuna Calabria e compagni sono riusciti ad evitare, centrando la terza vittoria consecutiva per 1-0. Un qualcosa che non si vedeva da quattordici anni, quando – nel 2008 – il Milan allora di Ancelotti ebbe la meglio, con il più risicato dei punteggi, di Reggina, Fiorentina e Siena. La sensazione (o la speranza?) che porteremo con noi durante questa sosta per le Nazionali è che il Diavolo pare aver finalmente imparato la lezione: ora la squadra di Pioli riesce a mantenere alta l’attenzione in ogni occasione, che si tratti di espugnare il Maradona di Napoli o quella che un tempo era chiamata Sardegna Arena.
Ogni settimana un Milan sempre più affidabile
Il Milan ha dominato la partita per tutti i 96 minuti, è stato sul pezzo sin dall’inizio, con tre clamorose occasioni nel giro dei tredici minuti iniziali, ed in più ha saputo tirar fuori quella praticità che non guasta mai, soprattutto contro le cosiddette piccole. E’ in questi frangenti che si misura la maturità di un gruppo, che resta sicuramente giovane ma che sta incrementando la sua affidabilità man mano che passano le settimane, emblema di quanto bene Stefano Pioli abbia saputo fare negli ultimi due anni. Inevitabile che per una squadra che vince così tante partite con il minimo scarto, scatti subito l’accostamento al “corto-muso“, l’ormai celebre locuzione che Massimiliano Allegri prese in prestito dall’ippica per giustificare una vittoria ottenuta col minimo distacco necessario. Pioli ha dimostrato di non risentirsi di quest’accezione, affermando anzi, al termine della sfida di Cagliari, che metterebbe la firma per vincere tutte le partite per 1-0.
C’è “corto muso” e “corto muso”
Eppure, a parere di chi scrive, quello che il Milan sta mettendo in mostra con alla guida il tecnico parmense, è cosa ben diversa dal corto-muso di Allegriana impronta. Il motivo è presto detto: il Milan non ha mai speculato sul vantaggio, mai ha fatto affidamento sulle sole capacità difensive per proteggere i tre punti. Mai, insomma, ha fatto suo il motto dell’indimenticato Enzo Bearzot “Primo: non prenderle“. Non è nel DNA di questa squadra, come chiaramente esposto da mister Pioli nell’intervista a DAZN di ieri sera: “Attacchiamo sempre, è la cosa più adatta al nostro modo di giocare. Non sappiamo gestire le partire o difenderci bassi, siamo una squadra diversa, che prova continuamente ad essere pericolosa e a portare giocatori in avanti”. Appunto, al massimo Giroud e compagni hanno esattamente il problema opposto: creano tanto, spesso tantissimo, ma senza riuscire a concretizzare quanto opportuno. Sono sempre protesi al gioco offensivo, anche correndo il rischio di scoprirsi quando forse non ce ne sarebbe bisogno. E l’impronta, evidente, che Stefano Pioli ha voluto dare alla sua squadra: altro che “corto muso”…