HomeIn evidenzaUn weekend non può ribaltare il mondo

Un weekend non può ribaltare il mondo

Tutto capovolto. È bastata la sconfitta – sì, netta e avvilente – contro lo Spezia e il successo dell’Inter con la Lazio la sera dopo per stravolgere, cancellare con un colpo di spugna le convinzioni sulle quali si era basato l’attuale campionato, da settembre a settimana scorsa, appunto.

C’è un sorpasso di mezzo, vero. Ma possono un weekend e tre punti ribaltare tutto? La logica direbbe no, ma a quanto pare sì. Nel giro di due giorni, quella di Conte si è trasformata da squadra dai mille rimpianti, fuori da tutte le coppe e incapace di dire la propria negli scontri decisivi, a schiacciasassi invincibile. Per non parlare della famigerata “Lu-La”, nel post Juventus di Coppa Italia definita coppia in crisi realizzativa, con l’argentino Martinez incapace di inquadrare la porta anche da pochi passi, diventata tutto d’un tratto tandem implacabile. E di Eriksen, forse il caso più eclatante della repentina metamorfosi raccontataci dalla stampa. Siamo passati da “bidone” messo sul mercato dopo neanche un anno in nerazzurro ad artista del prato verde, illuminante e imprescindibile per la manovra interista.

E allo stesso modo dall’altra parte, il coro dei «Ma l’avevo detto che prima o poi il Milan sarebbe crollato» non si è fatto attendere. La non-sorpresa decantata negli ultimi quattro mesi inevitabilmente è tornata ad essere quella “banda di ragazzotti” che sono riusciti a tirar fuori un qualcosa di più delle loro reali possibilità solo perché non c’era più San Siro a rumoreggiare e perché le competitors erano alle prese con infortuni e positivi al Covid. Ragazzotti guidati da un leader un po’ appannato ultimamente, forse con la testa già a Sanremo. Lo stesso leader, Zaltan Ibrahimovic, che una settimana prima con i gol numero 500 e 501 in carriera che hanno affossato il Crotone, era stato elevato a Dio assoluto del pallone. Una settimana prima.

Milan: Zlatan Ibrahimovic - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Milan: Zlatan Ibrahimovic – Milanpress, robe dell’altro diavolo

Un giochino mediatico al quale il Milan ha dovuto far fronte anche alla vigilia del derby di andata. Ma al contrario, perché in quel caso in maniera un po’ “paraculistica” ai cugini si scusavano in anticipo le assenze, mentre il Milan veniva descritto come una squadra in ottima salute e al completo, nonostante avesse fuori un titolarissimo come Rebic, Lo stesso Ibra fosse affetto dal coronavirus fino a qualche giorno prima e capitan Romagnoli rientrasse dopo uno stop di circa quattro mesi. Tutto normale insomma.

Che l’Inter sia la favorita al titolo sin da inizio stagione è fuori discussione. Ma i rossoneri ora non devono cascare nella trappola dell’Inter troppo forte e del Milan fuoco di paglia, non all’altezza del primo posto. Lo scudetto resta un obiettivo sopra ogni aspettativa, vero. Ma quel sogno è stato fino ad ora il viatico che ha permesso a Stefano Pioli di creare un solco tra sé e tutte le altre pretendenti al quarto posto. La buona notizia è che tra la lezione di calcio impartita dallo Spezia e il derby di domenica c’è una Stella Rossa di mezzo. Un’occasione per voltare immediatamente pagina e ritrovare quella consapevolezza che, piaccia o meno ai media, ha permesso al Diavolo di stare in vetta alla classifica per 21 giornate. Fino a settimana scorsa, appunto.

Milan: Il gruppo – Milanpress, robe dell’altro diavolo

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