Intervenuto all’appuntamento “La Giovane Italia” di Sky Sport con Giovanni Galli, Tommaso Pobega si è raccontato in un’intervista dove ha ripercorso la sua storia con la maglia del Milan. Ecco quanto emerso:
Sul Milan: “Al Milan ci è sempre stato insegnato che si può sbagliare ma l’obiettivo è quello e va raggiunto, anche con alcuni inciampi. Ho capito che è giusto fare il percorso adatto, che non serve per forza saltare la categoria ma che se un determinato percorso mi può portare al risultato allora va seguito“.
Sul gruppo: “Il gruppo dei ’99 non è mai stato considerato tra i più forti ma tutti gli allenatori che abbiamo avuto ci hanno detto che avevamo voglia e capacità di lavorare ed adattarci alle situazioni“.
Sul suo arrivo al Milan: “Mi ricordo benissimo l’emozione quando sono arrivato al Milan. I miei genitori e mio fratello non sono mai stati troppi assillanti. Nei primi colloqui fatti con lo staff del Milan non ero neanche presente perché i miei genitori volevano tutelarmi. Mi avevano quasi tenuto nascosto l’approdo al Milan per non crearmi aspettative“.
Sul percorso di crescita: “E’ difficile il percorso di crescita e le aspettative sui giocatori. Il salto è grosso dalla primavera alla prima squadra. Se si fa subito bene sotto età si pensa subito a portare i giocatori in prima squadra ma magari non si è totalmente pronti. Nelle prime esperienze professionistiche ho capito quanto fosse diversa l’esperienza, anche soltanto parlando dell’importanza del recupero palla“.
Su Locatelli e Calabria: “Su Locatelli ci sono state tante aspettative ma perché era partito benissimo e allora bisognava tentare una sorta di percorso che saltasse le categorie. All’inizio ha fatto benissimo e poi, come è normale che sia, è un po’ calato. Sui ragazzi del settore giovanile ci sono sempre i discorsi ‘bravo sì, ma…’ All’inizio a Calabria gli arrivarono tante lodi, poi critiche ma alla fine ognuno ha il suo percorso“.