Undici giornate alla fine di un campionato nel quale l’obiettivo quarto posto è ancora tutt’altro che ipotecato. Discorso che in qualche modo si lega ai Quarti di finale di Champions League, da disputare contro chi dopo 27 partite di Serie A è riuscito a collezionare ben ventitré punti in più.
Crocevia della stagione
Questa sosta per le Nazionali servirà a Pioli, staff, dirigenza e giocatori (specie chi resta tra le mura di Milanello) per riflettere verosimilmente su quanto fatto fin qui, con il dovere di ricaricare le pile e riprendere a correre negli ultimi due mesi di questa stagione, con la consapevolezza di dover davvero fare di più. Poi, per tirare le somme, ci sarà tempo a giugno.
Lo spettro più grande è diventato quello di non riuscire a raggiungere le prime quattro caselle di una classifica complicata, che da Napoli in giù, possiede concretamente sei squadre in lotta per i restanti posti Champions.
Dalle parti di Via Aldo Rossi è il momento di far suonare quella sveglia che poche altre volte ha squillato nel corso di questa stagione. I ragazzi di Pioli hanno perso la meravigliosa occasione di difendere con orgoglio e fame lo scudetto. Quel tricolore che con così tanta fatica è stato cucito sul petto la scorsa stagione, con disarmante facilità verrà strappato dalle casacche rossonere.
Tutto passa dalla Champions League
Come il Napoli non ha atteso nessuno per lanciarsi verso la conquista del prossimo scudetto, lo stesso faranno legittimamente le dirette avversarie per l’accesso alla competizione regina. È tempo di sveglie, di lavoro, di dimostrazioni. Discorso che vale per tutti, nessuno escluso. Perché nessuno ti aspetta, e allo stesso tempo, nulla ti è dovuto.
Il Milan ha ancora l’opportunità di rendere questa stagione piacevole, o addirittura memorabile. Ma tutto passa dai prossimi due mesi, con l’obbligo di mantenere un posto tra le prime quattro, passando per l’opportunità di andare addirittura oltre i Quarti di Finale di Champions League.
Il tempo delle chiacchiere è finito. Milan, onora la Champions, perché col tricolore non ci sei riuscito.