Il cammino europeo del Milan rispecchia fedelmente l’andamento della stagione nel suo complesso. Due sconfitte poi cinque vittorie di fila, poi di nuovo due sconfitte consecutive, risultati che disegnano curve sinusoidali che dicono molto di questo gruppo.
Analizzando le prestazioni al di là dei punteggi inoltre, capiamo quanto ci sia di atteggiamento mentale poco stabile. Poca convinzione con Liverpool e Leverkusen, senso d’urgenza nelle vittorie sofferte con le piccole, alle quali si aggiunge la grande vittoria del Bernabeu, uno degli insospettabili picchi dell’annata.
Arrivando infine ai due ultimi dolorosi tonfi. Prima Zagabria poi Rotterdam, difficili da spiegare per valori tecnici degli avversari ma maledettamente dolorosi per ragioni e dinamiche diverse. In mezzo a queste ultime due gare c’è stato un finale di mercato invernale vivace anziché no e un più che discreto filotto in campionato.
E ora? Ora è pressoché impossibile pronosticare qualcosa per stasera. Quando il Diavolo è apparso spacciato ha tirato fuori grandi valori, quando aveva i favori del pronostico è caduto male. Oggi spalle al muro potrebbe accadere di tutto.
È questo il più grande limite di questa squadra. Arrivati a febbraio è ancora pronta a stupire tifosi e addetti ai lavori, con grandi partite o match inguardabili. Per il ranking, per i bilanci, per l’orgoglio, tra qualche ora serve la migliore versione del Milan di quest’anno, sapendo che poi ci saranno Arsenal o Inter, avversari probabilmente superiori ai rossoneri, e forse proprio per questo per certi aspetti meno temibili di un pur rispettabile Feyenoord. I ragazzi prima di Fonseca ora di Conceicao sono meno prevedibili di un cielo di marzo.
