Alla sua quinta stagione con la maglia del Milan, Rafael Leao sta diventando giorno dopo giorno uno dei leader della squadra guidata da Stefano Pioli. Una crescita che parte da lontanissimo. Sembra passata una vita rispetto a quando il portoghese è arrivato in punta di piedi, nonostante l’importante trasferimento da 23 milioni di euro, e ha cominciato a far vedere a sprazzi – seppur intermittenti – il suo talento.
Leader
Oggi Leao è leader tecnico del suo Milan, indossa la maglia numero 10 e ha rinnovato con un contratto fino al 2028 che lo porterà a percepire più di tutti all’interno della rosa del club rossonero. Tanti tasselli importanti, messi insieme grazie al tempo, al lavoro e alla crescita.
Il suo rapporto con il Milan sembra infatti corrispondere in maniera esatta a questo status di crescita esponenziale: con il tempo, squadra e giocatore come se si fossero presi per mano hanno raggiunto un livello importante che mira, ovviamente, alla possibilità di raggiungere nuovi obiettivi e tanti trofei.
L’ultimo tassello, la semplicità
Oggi Leao è senza dubbio il top player del Milan, eppure – nonostante questo – alcune volte sembra dimenticarsi di quell’unica circostanza che farebbe comodo a sé stesso oltre che al Milan: fare la cosa semplice. La giocata di ieri nel primo tempo, all’interno della quale il portoghese salta due, tre, quattro uomini in area di rigore prima di tentare un colpo di tacco senza neanche colpire il pallone, è probabilmente lo specchio di questo discorso, il ritratto del giocatore che alterna momento straordinari a situazioni meno felici, e a tratti goffe.
La crescita del Milan e di Rafael Leao sembrano camminare di pari passo, ma adesso servirà raggiungere uno step in più, quello mentale. La semplicità, che nei momenti cruciali può restituire al numero 10 grandi soddisfazioni, perché si può benissimo rubare la scena con qualche leziosità in meno e un paio di gol in più.