Non è facile essere milanisti! E nessuno lo sa meglio… dei milanisti. Quante volte lo abbiamo detto nell’ultimo decennio, testimoni di un momento storico estremamente complicato per i colori rossoneri. Tante ombre si stagliano da anni su Milanello, nubi che solo raramente hanno lasciato il posto a qualche raggio di sole (vedasi lo Scudetto del 2022 o qualche buona prestazione in Champions League. E, a due giorni dal compleanno numero 125 del club (a proposito, tanti auguri Vecchio Cuore!), ecco deflagrare la bomba al triplice fischio di Milan-Stella Rossa, un match nel quale sono stati sì conquistati tre punti pesantissimi, ma al termine di una prestazione da dimenticare, una partita risolta al minuto 87 da Abraham, ma forse ancor di più dall’ingresso in campo di Camarda, che ha dato verve ad una squadra tremendamente spenta nel secondo tempo.
A fine partita, dicevamo, Fonseca è esploso davanti alla telecamere, pronunciando parole durissime nei confronti della sua squadra: “Questa sensazione di non fare tutto per vincere è la peggiore che si possa avere. Il problema è che la nostra squadra è una montagna russa: oggi stiamo bene, domani non lo so. Sembra sempre che tiriamo la monetina: è impressionante. Io so che lavoro tutti i giorni per fare bene: non so se nella nostra squadra tutti possono dire altrettanto”. Dichiarazioni che non lasciano spazio a fraintendimenti, rivolte alla squadra, o quantomeno ad alcuni elementi, rei di non impegnarsi al massimo delle proprie possibilità. Sui social è immediatamente partito il tam-tam per provare a capire a quali calciatori nello specifico fossero indirizzate, ma – al di là del dettaglio – quello visto ieri ai microfoni e in sala stampa è un Fonseca diverso da quello pacato e moderato visto finora davanti alle telecamere, oserei dire “Contiano“.
Giuste o sbagliate? Quelle di Fonseca sono parole “vere”
Certo, quello di ieri non è il primo episodio di malcontento nella stagione del Diavolo: si pensi alle dichiarazioni post-Parma, post-Monza o post-Atalanta, ma anche e soprattutto al discusso cooling break di Lazio-Milan e alla questione sui rigori di Firenze. Ma, evidentemente – dopo aver tentato più volte in questi mesi di risolvere questi screzi nel chiuso dello spogliatoio, senza successo – Fonseca ha voluto mettere tutto in pubblica piazza, “minacciando” finanche i responsabili di sostituirli con i giovani del Milan Futuro. A prescindere da come ognuno di noi la possa pensare sul fatto che si tratti o meno di parole giuste e opportune, sono pensieri che hanno un fondo di verità piuttosto solido. Chi scrive, infatti, sfida chiunque a negare che ieri, durante Milan-Stella Rossa, abbia speso parole poco edificanti nei confronti di praticamente quasi tutti i giocatori scesi in campo a San Siro (eccezion fatta per Camarda) a causa dei tantissimi errori tecnico-tattici e degli episodi di leggerezza sciorinati.
Leggerezze che ovviamente non si sono viste solo ventiquattro ore fa, ma che sono state una costante di tante partite in stagione, in cui l’atteggiamento di alcuni calciatori è stato francamente inaccettabile. Ma quelle del portoghese sono soprattutto parole che, in maniera piuttosto lampante, ci consegnano un uomo solo, che di fatto si ritrova ad avere un supporto risicatissimo, per non dire nullo. Per non mandare a picco una stagione da “montagne russe”, ci vorrebbe maggiore vicinanza al tecnico, sia da parte dei giocatori, sia soprattutto di quegli stessi dirigenti che, tra mille critiche, la scorsa estate lo hanno voluto sullo scranno rossonero. Fonseca ha già dimostrato di non aver paura di esprimere apertamente il suo pensiero, ma avrà le spalle abbastanza larghe per sopportare tutto ciò che accade dalle parti di Carnago?