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Atangana e le sue (mezze) verità. Kessié non è felice e il suo procuratore tira in ballo il MIlan

Nelle ultime settimane si è spesso parlato della possibilità di un clamoroso ritorno di Frank Kessié al Milan e di George Atangana, suo procuratore, che starebbe spingendo per questa eventualità. Si è addirittura vociferato circa l’opzione Inter come possibile nuova squadra dell’ex “Presidente” rossonero. Voci che più si avvicina la sessione invernale di calciomercato e più si fanno insistenti, ma soprattutto che derivano dal non buon impatto che Kessié ha avuto con il Barcellona e dal poco spazio che sta trovando in Catalogna. L’ivoriano, infatti, non ha mai giocato 90′, pochissime volte è partito dal primo minuto e pian piano sembra finito ai margini delle scelte tecniche dell’allenatore dei blaugrana, Xavi Hernandez. Una situazione che non può di certo farlo felice e che fa pensare a come a gennaio si potrebbe cercare una soluzione per permettere al centrocampista ex Milan di trovare più spazio e tornare ad essere decisivo in campo. Intervistato da “Calciomercato.com”, il suo procuratore, George Atangana ha parlato di questa situazione, delle prospettive future del suo assistito, ma soprattutto è tornato sul suo addio al Milan. Nella sua lunga intervista, però, Atangana non ha avuto parole al miele per la società rossonera. Essenzialmente, infatti, ha accusato Maldini e Massara di non riuscire a trattenere i giocatori in scadenza, di non aver fatto di tutto per trovare un accordo con Kessié e di aver cambiato negli ultimi mesi la propria filosofia sul tetto del monte ingaggi.

Atangana e le mezze verità (o mezze bugie)

Barcellona: Franck Kessié
Barcellona: Franck Kessié

Atangana racconta una verità, la sua, ma non esamina la situazione nel complesso. Il procuratore parla di realizzazione professionale e di felicità per Kessié, dovuta al fatto che il calciatore si sia trasferito in una delle squadre più forti al Mondo. Questo, quindi, di conseguenza non provocherebbe nessun rimpianto all’ivoriano per aver lasciato il Milan. Vero, il Barça è una delle squadre migliori e con più blasone del Pianeta (anche se i rossoneri sono agli ottavi di Champions e gli spagnoli no), ma meglio essere centrali e fondamentali in un progetto in una squadra comunque in crescita e con una storia non inferiore a quella del Barcellona, o essere ai margini di un progetto e non giocare mai? E, poi, siamo convinti che Kessié non stia rimpiangendo la scelta fatta perché forse si aspettava di giocare di più nella sua nuova esperienza? Le voci che parlano di una sua volontà di fare le valigie già a gennaio, d’altronde, vanno in quella direzione. Atangana poi parla della voglia che il suo assistito aveva di rimanere al Milan e dice che i rinnovi si fanno in due, facendo intendere come sia stato il Diavolo a decidere di terminare l’esperienza con l’ivoriano. Per avvalorare questa tesi, inoltre, cita le proposte e le squadre rifiutate a gennaio di quest’anno a causa della speranza di restare ancora in rossonero e di chiudere la trattativa del rinnovo. Nulla di più falso. Atangana dimentica che Maldini e Massara hanno fatto il massimo per trattenere il calciatore e rinnovare, andando oltre le possibilità del momento, e che il calciatore (ed il procuratore) avevano già da tempo l’accordo con il Barcellona. Rifiutare le altre proposte a gennaio, che il Milan conscio dell’impossibilità di rinnovare Kessié, avrebbe ascoltato, è servito soltanto ad andare via a zero, ad essere proprietari del cartellino e a ricevere una commissione, nonché un ingaggio, più alta.

Atangana: Calhanoglu, Donnarumma, Romagnoli. Quanta confusione

Milan: Gigio Donnarumma - MilanPress, robe dell'altro diavolo
Milan: Gianluigi Donnarumma – MilanPress, robe dell’altro diavolo

Le mezze verità, o se preferite le mezze bugie, di George Atangana non finiscono qui. L’agente dice, forse per giustificare la loro scelta infelice, che Kessié è solo uno dei tanti casi di giocatori che ultimamente sono andati via a zero dal Milan e imputa ai rossoneri di non riuscire a rinnovare con i suoi. Cita Donnarumma, Calhanoglu e Romagnoli, ma soprattutto i rinnovi futuri che lui (magicamente e con una sfera di cristallo) sa già che non ci saranno. Ecco, questo è il classico esempio di “fare di tutta l’erba un fascio”. Al netto del fatto che se uno vuole il Milan lo dimostra e firma, Kalulu, Tomori, Tonali, Theo Hernandez ne sono l’esempio; i non rinnovi di Donnarumma, Romagnoli e Calhanoglu hanno tutte storie a sé. Romagnoli ha fatto una scelta di vita e la decisione è stata avallata dalla società. Donnarumma è un caso decisamente a parte. Maldini e Massara si sono spinti oltre e più per trattenere il portiere azzurro ma, come si è poi scoperto successivamente, Gigio aveva già deciso di voler cambiare aria e di andare a giocare (parole sue) per una squadra più “ambiziosa”. A Calhanoglu è stata fatta una proposta e, da lì, la società non si è mai mossa, il turco ha scelto di trasferirsi sull’altra sponda del Naviglio per 500mila euro in più ed ha uno scudetto in meno. Atangana, infine, parla del tetto degli stipendi che con Kessié non si poteva sforare e di come adesso la linea societaria sia cambiata, alludendo forse ai tentativi rossoneri di trattenere Leao. Partendo dal presupposto che ogni società fa quello che vuole e di certo, anzi di norma, non deve dar conto ad un procuratore di turno, il monte ingaggi del Milan per ora resta intatto e, se sarà sforato, si tratterà di un’eccezione che conferma la regola. Quest’eccezione si chiama Rafael Leao, ma staremo a vedere.

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