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Valzer panchine, improvvisazioni e rifondazioni. Il Milan può avere un vantaggio, ma ora deve sfruttarlo

In queste ore e in questi ultimi giorni si è assistito al vorticoso valzer panchine in Serie A e ai cambiamenti, anche inaspettati, che molte squadre di Serie A hanno dovuto fare in merito al proprio timoniere. L’umiliante sconfitta dell’Inter a Monaco di Baviera, con i cinque schiaffi presi dal Paris Saint Germain in finale di Champions League, è stato soltanto l’inizio della settimana horror che si è vissuta in Viale della Liberazione e che sta portando una discreta rivoluzione rispetto ai ruoli di potere della nostra Serie A. Fino alla settimana scorsa, anche giustamente, i nerazzurri, infatti, venivano considerati i più forti in assoluto in Italia. Una squadra dall’età media alta, ma abituata a vincere e a giocare per grandi traguardi e in grandi palcoscenici, la rosa con il valore più alto dell’intera Serie A, ma anche quella con il monte ingaggi più elevato. A tutto questo, poi, non si poteva non aggiungere il progetto targato Simone Inzaghi che in quattro anni ha portato a due finali di Champions League, lo scudetto della stella, due Coppe Italia e tre Supercoppe Italiane, oltre che mostrare un gioco e degli schemi collaudati e un gruppo che ha sempre dimostrato di avere voglia, fame e sapere come vincere le partite importanti. Tutto questo, però, si è sgretolato sotto i colpi del PSG nella finale di Monaco di Baviera, ma soprattutto è stato lo stesso Simone Inzaghi a darne il colpo di grazia forse definitivo con l’addio che ha portato all’ingaggio, sempre più probabile di Cristian Chivu, dopo i rifiuti di Fabregas e Vieira. Insomma, guai a dare l’Inter già per morta e la squadra comunque resta fortissima e di valore, ma il nuovo allenatore è un’incognita e alcuni dei senatori sembrano essere a fine corsa.

Milan, il vantaggio Tare-Allegri in mezzo al valzer panchine

Milan: Igli Tare (Photo via AC Milan)
Milan: Igli Tare (Photo via AC Milan)

C’è poi la questione psicologica e la difficoltà che il gruppo troverà nell’eliminare le scorie della sconfitta più umiliante di sempre in una finale di Champions League. L’Inter, poi, insieme alla Juventus, avrà una preparazione obbligatoriamente ritardata e non completa a causa del Mondiale per Club in partenza negli Stati Uniti. Nel valzer panchine, invece, non sembra volerci entrare proprio la Vecchia Signora che è sempre più convita di tenere Tudor, ma è rimasta con il cerino in mano dopo la decisione presa da Antonio Conte di restare al Napoli. In casa bianconera, però, si assiste all’ennesima rivoluzione dirigenziale e societaria che dovrà essere comunque digerita da tutti. Il valzer panchine, poi, ha riguardato anche la Roma che si è affidata a Gian Piero Gasperini, la Lazio che ha voluto riabbracciare Maurizio Sarri, la Fiorentina e l’Atalanta che ancora devono scegliere il tecnico e il Milan, appunto, con Massimiliano Allegri al timone del club a 11 anni e mezzo di distanza dall’ultima volta. Solo Bologna, che ha confermato Italiano, e Napoli, che ha dato ancor più peso al proprio progetto, riuscendo a convincere Antonio Conte a restare, non hanno partecipato a questo valzer panchine. Insomma, tra cambi, nemmeno troppo convinti, situazioni in divenire, squadre che sembrano a fine corsa e fine ciclo e progetti che dovranno ripartire, è quasi una fortuna e un vantaggio competitivo l’essersi affidati a gente come Tare e Allegri che la Serie A la conosce bene e che può incidere fin da subito e senza richiedere troppo tempo di ambientamento. Il nuovo direttore sportivo del Milan ha fatto il suo, andando a chiudere in 48 ore per l’ex tecnico della Juventus e assicurandosi un allenatore di valore e di sicuro affidamento in un estate di valzer panchine, dubbi e incertezze.

Valzer panchine e incognite, solo il Napoli parte davanti

Napoli: Antonio Conte (Photo Credit: IPA Agency)
Napoli: Antonio Conte (Photo Credit: IPA Agency)

La situazione generale della Serie A, insomma, con questo vorticoso valzer panchine, dà una grossa opportunità al Milan per il rientro tra le prime della classe fin da subito, nonostante un ottavo posto umiliante e frustrante. Al momento, infatti, solo il Napoli sembra partire nettamente avanti a tutte, tra costruzione della rosa, con un mercato partito già alla grandissima, e un progetto già vincente che ha nella conferma di Antonio Conte il suo fiore all’occhiello. Il Milan, tra il vorticoso valzer panchine, i cambi societari, le incertezze e i dubbi, deve approfittare della bravura, l’esperienza e il carisma di Allegri e Tare e costruire una squadra all’altezza per poter sfruttare anche l’assenza di impegni infrasettimanali e quindi l’essere molto meno stanchi degli altri durante la stagione, sia mentalmente che fisicamente. Nella costruzione di un Milan ambizioso e possibilmente vincente, però, subentra il fattore impazzito che non ha permesso ai rossoneri di crescere negli ultimi tempi, anzi li ha fatto fare mille passi indietro. Stiamo parlando di una società che con l’arrivo di Tare e Allegri sembra aver capito e imparato dai propri errori, ma allo stesso tempo si ritrova nella condizione di dover o voler cedere tutti i prezzi pregiati di una rosa che potrebbe essere seriamente ridimensionata. E, qui, arriva il ruolo fondamentale di una proprietà che dovrà per forza di cose far lavorare Tare nel migliore dei modi, lasciargli carta completamente bianca e favorire, a sua volta, l’operato di Allegri, tecnico capace di portare ottimi risultati, ma soprattutto con squadre all’altezza. Insomma, il valzer panchine tocca e favorisce in qualche modo il Milan che, almeno a bocce ferme e prima del mercato, pare partire dietro solo al Napoli, ma la società dovrà dimostrare di aver imparato al 100% dagli errori del passato, altrimenti anche Tare e Allegri potranno farci relativamente poco. L’occasione però è da sfruttare e la qualificazione alla Champions League diventa ancora di più obbligatoria.

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