Le due partite del girone d’Europa League hanno dato la giusta dimensione al lavoro di Pioli. È in queste sfide che il Milan ha dimostrato di aver una vera identità, tecnica e di gioco. Cambiando interpreti, facendo a meno di Theo Hernandez, Calhanoglu, Kessie e perfino Ibra per un tempo, la prestazione, il ritmo e l’incisività son restate le stesse.
Turnover profondo, senza perdere credibilità. È già il momento di provare a trattenere Diaz e Dalot? in una stagione come questa, diventa un diktat per qualsiasi allenatore. Le conferme più liete di ieri sera in questo senso sono state quelle di Dalot e di Diaz.
Gioco. Dalot oltre al gol e all’assist, è stato ancora una volta diligente ed attento in difesa e nonostante abbia giocato sulla mancina, pertanto non sul suo piede forte, ha spinto con continuità. I terzini sono fondamentali in questo Milan perché sono determinanti nella fase di pressione senza palla, alzano di molto il baricentro e creano superiorità numerica in fase di possesso, allargando molto il campo in tandem con gli esterni offensivi.
Reti. Brahim ha segnato il suo terzo gol, non facendo rimpiangere Calha. Attacca per primo i centrali difensivi avversari, gira attorno a Zlatan e si butta dentro appena ne ha la possibilità. La tecnica di base è da grande giocatore e pur essendo minuto difende molto bene palla, sfruttando il baricentro basso.
Prestito. Entrambi sono in prestito secco. Entrambi hanno esperienza internazionale in top club europei. Entrambi sono professionisti esemplari. Margini per portarli definitivamente in rossonero ci sono. Lo United lo scorso anno ha acquistato Wan-Bissaka per 60 milioni, terzino destro dell’under 21 inglese ed è chiaro che punti forte su di lui. Mentre la concorrenza del Real in fatto di mezze punte è impressionante per nomi e quantità. Pare la trattativa per far restare a Milanello Diaz sia ripartita oggi. Chissà che non venga seguito a ruota da Dalot. Certo il lavoro ai piani alti di via Aldo Rossi non manca.