In Serie A, così come negli altri campionati, negli ultimi tempi si stanno verificando tanti infortuni, molti più del passato. Per questo motivo, due giornali hanno chiesto a due preparatori atletici il perché di tutti questi infortuni ed entrambi sembrano essere sullo stesso piano: ci sono troppe partite e gli allenamenti sono sbagliati.
Queste le parole del professor Stefano Fiorini al Corriere della Sera: “In Serie A ci si allena poco e male. Si dà troppa importanza alla tattica rispetto alla tenuta atletica, questa è la verità. Troppi allenamenti conservativi. Il corpo umano è come un motore: perché vada in gara deve essere tirato in prova, altrimenti poi alla prima accelerata si rompe. È quello che sta accadendo. In Inghilterra ci si allena correndo, non solo con la palla come da noi. I loro ritmi sono molto più alti, ma noi ci facciamo più male. Assurdo”.
Queste invece quelle dell’ex preparatore atletico della Juventus Eugenio Albarella a Il Giornale: “Questo fatto delle squadre impegnate ogni tre giorni, con i calendari fittissimi, porta a sempre meno continuità negli allenamenti, purtroppo. Mal comune mezzo gaudio, visto che succede anche all’estero. I giocatori sono soggetti a un impegno fisico e mentale non di poco conto, che a lungo andare incide specie su chi non riesce a gestire tutto questo stress. Così aumenta il rischio di infortuni. Bisognerebbe cercare di gestire al meglio i minutaggi, specie all’inizio della stagione dove di solito si tende invece a dare continuità ai big per almeno 6-7 partite di fila. I club hanno degli strumenti tecnologici che danno la situazione fisica di un atleta, da lì si dovrebbe capire come gestire il turnover anche se certo ogni giocatore fa storia a sé. Adesso, poi, con 5 cambi a disposizione durante la partita, le rotazioni sarebbero anche più semplici”.
