HomeIn evidenzaRebic "pecora nera", la follia nel momento più inappropriato

Rebic “pecora nera”, la follia nel momento più inappropriato

Da protagonista assoluto degli ultimi due mesi di calcio giocato (gennaio-febbraio) a “pecora nera” del primo match rigiocato dopo lo stop coronavirus. Ante Rebic ha riattivato le gambe, meno la testa. Se nel capitolo “attenuanti generiche” facciamo rientrare la pesantezza di gambe e cervello in seguito alla lunga sosta forzata per il Covid-19, non può certo passare essere bollata come una gigantesca sciocchezza il fallo su Danilo ieri sera nella partita dentro-fuori contro la Juventus.

Certo, non va buttata la croce su un elemento della rosa del Milan che ha contribuito a risollevare le sorti della squadra dopo Natale, ma l’aver messo in condizione di giocare in inferiorità numerica per tre quarti di una semifinale di Coppa Italia è una macchia che difficilmente potrà essere lavata in breve tempo. Poi possiamo anche concordare sul fatto che l’espulsione del croato abbia paradossalmente svegliato di più tutta la squadra che ha certamente giocato un calcio migliore in dieci contro undici. Ma il Milan di ieri sera doveva segnare almeno un gol e con il solo Leao attaccante di rincalzo, il rosso a Rebic ha complicato tutto.

Per il resto, abbiamo visto una gara molto “strana”, figlia di un momento “strano” per tutto il calcio. Le porte chiuse e la lunga inattività sembravano a tratti aver quasi azzerato le differenze tecniche tra Juventus e Milan. Eppure le motivazioni dei rossoneri dovevano emergere in maniera più decisa di quanto visto all’Allianz Stadium. Una finale di Coppa Italia avrebbe schiuso le porti ad un trofeo che manca ormai da tre anni e mezzo (l’ultima Supercoppa a Doha a dicembre 2016) e spalancato l’accesso all’Europa League, che oggi appare ancora molto lontana nella classifica della Serie A. Ci vorrà il meglio. Ma molto meglio di quello messo in campo ieri. A partire dalla testa di chi la differenza può farla sul serio.

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