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Zaniolo e gli altri, superpotenza Premier e la posizione al limite del Milan

Il caso Nicolò Zaniolo, che nelle ultime ore si è allontanato quasi definitivamente dai rossoneri, ha riaperto il caso Premier ed un dibattito che ormai non fa più notizia e va verso un’amara verità e realtà di cui tutti sembrano essere a conoscenza, ma soprattutto a cui tutti si stanno ormai rassegnando. La Premier League fa un altro sport, a livello di competitività, ma soprattutto (ed è quello che ci interessa in questa sede) a livello economico. Era già successo in estate, con il Milan protagonista. Sven Botman, a lungo seguito dal Milan che era interessato all’olandese per sostituire il partente Alessio Romagnoli e con cui Maldini e Massara avevano già trovato un accordo di massima per il suo approdo a Milanello, va al Newcastle. I bianconeri inglesi, nonostante la stagione precedente avevano conquistato a fatica la salvezza e in questa non avrebbero disputato le coppe, anche per via dell’arrivo del facoltoso proprietario, sborsano sull’unghia 40 milioni di sterline al Lille, più 5 previsti per bonus facilmente raggiungibili. Il club Campione d’Italia resta al palo e dovrà poi ripiegare su Thiaw a fine mercato.

Zaniolo e gli altri casi. La Premier vince sempre

Milan: Charles De Ketelaere (Photo by Pier Marco Tacca/AC Milan via Getty Images)
Milan: Charles De Ketelaere (Photo by Pier Marco Tacca/AC Milan via Getty Images)

Beffa che rischia di ripetersi un mesetto più tardi. Maldini e Massara hanno l’accordo da tempo con Charles De Ketelaere, ma non quello con il Bruges. La situazione si complica quando il Leeds United, non certo il Manchester City, pareggia e supera l’offerta rossonera. Il club belga, così, si impunta e vuole che il Milan pareggi almeno l’offerta degli inglesi. La volontà del calciatore e l’extra budget che Elliott decide di mettere sul tavolo, eccezionalmente per De Ketelaere, risultano decisive ed il belga arriva a Milanello. Anche in questo caso, però, il Milan, Campione d’Italia, ha rischiato di perdere la sfida contro una squadra di medio bassa classifica in Premier League. La paradossale situazione si è rivissuta nella giornata di oggi e rischia di far saltare definitivamente l’affare Zaniolo. Il Bournemouth offre 27 milioni più 5 di bonus alla Roma per il biondo classe 1999. L’offerta della diciassettesima in classifica in Premier League fa saltare il banco, il Milan decide di non pareggiarla, visto il rifiuto della società di garantire un altro extra budget a Maldini e Massara, e la pista Zaniolo, ad ora, viene definitivamente abbandonata. Il dato impossibile da non notare e che desta clamore, ma soprattutto profonda tristezza è, però, uno soltanto: al momento nessuna squadra italiana, nemmeno la più ricca, può competere economicamente con una squadra della Premier, anche la meno facoltosa, e sul mercato il suo potere d’acquisto è infinitamente inferiore.

La Superlega esiste già ed è la Premier League

Lille: Sven Botman (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Lille: Sven Botman (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

Questo accende i riflettori su un problema evidente che dovrebbe far riflettere tutti, non solo in Italia, Uefa in primis. A parte qualche caso limite, il Paris Saint Germain dell’emiro, il Real Madrid ed il Barcellona, e forse il Bayern Monaco, che però ha una politica completamente diversa, nessun’altra squadra in Europa, nemmeno le prime della classe nei rispettivi campionati, può competere con i club della ricca Premier League. Una Premier che ormai può essere definita a tutti gli effetti una Superlega. Si, proprio quella Superlega che tanto è stata bistrattata e biasimata dai vertici del calcio europeo e che era stata definita come il male assoluto del calcio, quella competizione, cioè, che lo avrebbe fatto morire definitivamente. Tutti ormai lo sanno, ma nessuno vuole dirlo apertamente. Il “prodotto” Premier League non è più raggiungibile dalle altre grandi leghe europee. Le Big di Premier, ma non solo, possono spendere cifre allucinanti a prescindere dai risultati che raggiungono in Europa o in patria. I diritti televisivi e i premi nazionali per le inglesi sono di altra dimensione rispetto al resto del continente. Prova ne è appunto che, anche le ultime di Premier, hanno budget per il mercato irraggiungibili dalle prime squadre degli altri campionati. Un altro mondo. A torto o a ragione, per meriti o colpe, un “mercato UEFA” non esiste. L’Inghilterra è Impero, il Milan ed il resto è Provincia.

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