Quando il 9 ottobre 2019 Stefano Pioli si è seduto sulla panchina del Milan, gli fu riservata un’accoglienza piuttosto tiepida. Dopo l’esonero di Giampaolo, i tifosi rossoneri si aspettavano un nome sicuramente più altisonante e quello di Luciano Spalletti sembrava essere il profilo giusto. Almeno all’inizio.
Poi la storia di Pioli al Milan è cambiata. La svolta si chiama sicuramente Rio Ave. Una partita infinita che ha messo i primi tasselli per riportare i rossoneri in Europa. Meno di un anno dopo il ritorno in Champions League, non facile, dopo 7 anni. Infine la vittoria del 19° scudetto nella stagione 2021/2022. Pioli diventa on fire come il celebre coro che gli hanno dedicato i tifosi rossoneri.
Al netto della leggera inflessione avuta nel corso della passata stagione, da quando Pioli siede sulla panchina rossonera il rendimento del Milan è sempre in crescita, tanto personale quanto a livello di storia del club. È lui l’allenatore con la media punti migliore, 2.13, a pari merito con Czeizler e davanti a mostri sacri quali Capello, Sacchi e Ancelotti.
Con questa anche la media punti della squadra è visibilmente aumentata, dall’1,84 della prima stagione (2019-20) al 2,08 della stagione successiva (2020-21) che ha visto il ritorno in Champions. La media sale ancora l’anno dello scudetto (2021-22) a 2,26. Leggera flessione, con ritorno a 1,84 la stagione scorsa (2022-23) per poi salire – almeno per il momento – a 2,63 nella stagione in corso.