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Ibrahimovic: “Bisogna avere più della voglia, bisogna avere fame. Possiamo fare ancora di più”

Zlatan Ibrahimovic ha concesso una lunga intervista al settimanale del Corriere della Sera, 7. Ecco tutte le sue parole, a partire dal personale.

Sulla sua persona: “Sono Zlatan Ibrahimovic, 39 anni. Sono sempre quel ragazzo nato lassù che ha portato la sua borsa in giro per il mondo e ha fatto una grande avventura. Nel campo di calcio siamo tutti uguali. In ogni angolo del mondo. Entri, palleggi, nessuno ti chiede da dove vieni, di chi sei figlio, che opinioni hai, quanti soldi porti in tasca. Sei lì, ci provi, basta. Sai giocare? Vai avanti, bravo. Non è che ti possono raccomandare. Sembra perfetto come idea sì, tra ragazzini sì. E non ci sono differenze sociali, culturali, geografiche. Un campo, due porte, vediamo chi segna di più. Puoi essere nel cortile o a San Siro: il gioco è felicità. Devi, devi, devi essere felice. Siamo felici e dobbiamo rendere felici le persone. La gioia del calcio ci prende e contagia tutti. Pensa agli stadi: che passione, che esplosione“.

Sul Covid e lo spot per Regione Lombardia: “Quando all’inizio mi è capitato, ero abbastanza tranquillo, quasi incuriosito, vabbè, voglio vedere cosa è questo Covid. Ha colpito tutto il mondo, una grande tragedia, adesso è arrivato da me. Ero a casa ad aspettare, vediamo cosa succede. I sintomi sono mal di testa, non fortissimo ma fastidioso, una cosa tosta. Ho anche perso un po’ il gusto. E stavo lì tutto il tempo, a casa, incazzato, non potevo uscire, non mi potevo allenare bene. Stare fermo è terribile. A un certo punto parlavo con la casa e davo i nomi ai muri. Diventa un fatto mentale. Ti fissi e ti immagini tutti i mali addosso, anche quelli che non hai. Una sofferenza per quello che senti e per quello che pensi di sentire. Questo virus è terribile e non va sfidato. Distanze e mascherine, sempre“.

Sulla famiglia: “Mi manca. Tantissimo. Ma proprio tantissimo. Sono allo stremo, non ne posso più. Vorrei stare con mia moglie e con i miei figli Maximilian e Vincent, che hanno 14 e 13 anni e vivono in Svezia. C’ho provato a tornare là, ma Pioli, il mister, mi ha risposto che non mi posso muovere e che ho famiglia anche a Milanello: dice che lì ho 2 ragazzi ma qui ne ho 25 e hanno bisogno di me“.

Sui figli e la moglie: “Disciplina anche per loro. Quando giocano a calcio non li giudico come papà ma come calciatore. E soprattutto non devono farlo per me. Hanno la gioia di giocare? Tirano fuori la passione? Si allenano seriamente? E allora va bene. Mia moglie non è una calciatrice, è giusto che abbia la sua privacy e la sua vita. Ognuno di noi ha un percorso e non deve farsi travolgere dagli altri. I ragazzi vanno a scuola. In Svezia è tutto più aperto, il governo ha fatto altre scelte“.

Il Milan e Zlatan Ibrahimovic

Sul Milan, la voglia e le ambizioni: “Dobbiamo cominciare bene il 2021. Poi andare avanti una partita alla volta, come fosse allo stesso tempo la prima e l’ultima della vitaLo dico in un altro modo? Avere voglia. Di più, avere fame: sempre, tutti i giorni, ogni momento. Qualsiasi cosa abbia fatto finora non importa, ogni volta devo dimostrare chi sono. La squadra deve avere il coraggio di sognare. E io dico che può e vuole fare ancora di più“.

Sugli stadi: Ne soffriamo molto. Noi dobbiamo portare un messaggio positivo, un po’ di fiducia“.

Sui social: “I miei non sono follower, sono believer. Come lo traduci? Persone che credono in me. Non sono io che le cerco, sono loro che mi vogliono, c’è una bella differenza“.

Su Milanello “Mi sento a casa. Ci sto volentieri, sono giornate piacevoli, le persone ti vogliono bene. Dirigenti, mister, compagni, comunicazione, qui funziona tutto. Mi trattano come un comandante“.

Sul Milan a vita: “Dico che sto veramente bene, però si vedrà. La vita va avanti e non sai cosa succede. Non ho questo ego così gigantesco da dire che deciderò soltanto io: la mia famiglia è più importante di tutto“.

Sulla Champions:A chi non piacerebbe giocarla… se posso restare, lo faccio“.

Sulla rabbia con i compagni: “Ma sì, sempre, anche in allenamento. Il problema è chi non si arrabbia“.

Sui suoi errori e la sua filosofia: “Io non sbaglio mai. Vabbè, se la prenderanno con me, che problema c’è? Magari con un gesto, una parolina, uno sguardo. Ogni giocatore ha il suo modo di arrabbiarsi. Meglio. Si prende una responsabilità, sente che è tutto importante. Il talento serve se lo coltivi. Bisogna lavorare, lavorare, lavorare. Ci vuole sacrificio. Cosa sono i 90 minuti della partita? Niente, se non ti sei allenato tutti i giorni e tantissime ore. La mia religione è quella del rispetto per gli altri. Per tutte le fedi, per tutte le opinioni. Così sono cresciuto e così la penso adesso“.

Sul video in cui corre sulla neve: “Più mi alleno e più sto bene. Lo dico a me stesso e agli altri: non mollare mai. Lo spiego in un altro modo: se non ti arrendi, vinci“.

Zlatan Ibrahimovic ed argomenti più generali

Sull’amore verso Milano:Eh sì. Quanto si vive bene. Dieci anni fa non era così: l’ho ritrovata più gioiosa, vivace, internazionale. La pandemia ha bloccato quasi tutto ma io dico che è soltanto una parentesi. Questa città poi ripartirà“.

Sull’Italia:Mi piace praticamente ogni cosa. In tutti questi anni forse sono stato più qui che in Svezia. È proprio la filosofia del Paese, lo stile di vita, che mi prende: è bello anche andarsene in macchina e vedere i paesaggi che scorrono. E il body language? Ne parliamo? Tu capisci le persone anche quando non dicono niente“.

Sulla cucina: “Vorrei mangiare tutto, sempre, a cominciare dalla pasta. Adesso ho scoperto anche il panettone a più gusti, è strepitoso, però lo posso solo assaggiare“.

Sul calcio: “È cresciuto, ma forse è anche migliorato: con un clic sui social parliamo a milioni di persone. Anche se forse può essere un problema per le nuove generazioni. Fai meno cose e subito sei più conosciuto. Ma quanto dura? Non lo dico solo per lo sport“.

Su Maradona: “Il più forte di tutti i tempi. Icona del calcio, simbolo mondiale. Poi a volte ha fatto decidere il cuore, mentre sappiamo che il cervello è più razionale, più politico, non so se si può dire così“.

Su Paolo Rossi:Grande persona, grande calciatore. Sai cosa dicono le persone? Allo stesso tempo un gigante e uno di noi“.

Sul futuro: “Mi cercano in tanti. Anche la BBC mi chiederà fino a quando andrò avanti: continuerò a giocare finché riuscirò a fare quello che sto facendo adesso. L’età non esiste. È tutta e soltanto una questione di testa. Buone feste a tutti“.

Milan: Zlatan Ibrahimovic - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Milan: Zlatan Ibrahimovic – Milanpress, robe dell’altro diavolo

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