Siamo al tramonto del mese di febbraio che, calcisticamente, per il Milan si chiuderà domenica sera contro l’Atalanta. Dopo l’horribilis gennaio, nelle ultime quattro gare il Milan ha subìto solo un gol (nel derby), realizzandone tre, passando attraverso un cambio di modulo che specie nelle prime battute è stato accolto con scetticismo.
Ora inizia un altro campionato, dove l’obiettivo pur cambiando rispetto alle primissime aspettative, resta di livello. Aver la consapevolezza di cosa bisognerà raggiungere tornerà ad esser un aiuto e non una pressione insostenibile, come purtroppo invece lo è stata la corsa scudetto fino a Milan-Roma.
Ora però dopo oltre 150 giorni tornerà tra i convocati Maignan, che come ben sappiamo non rappresenta solo un upgrade tra i pali, ma cambierà aspetti psicologici di sicurezza per la difesa e anche tattici, perché la sua capacità di giocare coi piedi può dare alternative di gioco.
In attesa naturalmente anche di Bennacer che purtroppo ancora non ha svolto allenamento con la squadra, pertanto è presumibile non sarà recuperato coi nerazzurri, ma si spera di averlo a Firenze. Col nuovo schieramento, l’algerino ancora non l’abbiamo potuto ammirare, ma sappiamo bene quanta qualità possa dare alla mediana.
Sullo sfondo c’è anche Ibrahimovic che forse potrà iniziare anche a dare un contributo sul campo e non sono a livello motivazionale. In generale rispetto a gennaio stiamo vedendo una condizione diversa anche dal punto di vista atletico, e non a caso il rendimento di alcuni singoli come ad esempio Theo Hernandez e Kalulu è salito di colpi.
In attesa che si sblocchi De Ketelaere e Leao torni decisivo, guardare a marzo dove ci si giocherà molto di questa stagione, fa meno paura rispetto a qualche settimana fa. E non era affatto scontato. Per capire però se la tempesta è passata sarà importante dopodomani far la prestazione contro la Dea.