Il 3-3 di Cagliari, e i conseguenti due punti persi per strada, è arrivato puntuale come un orologio svizzero a raffreddare immediatamente gli animi e gli entusiasmi di tutti i tifosi rossoneri dopo l’impresa del Bernabeu e la straordinaria e storica vittoria ottenuta in Champions. Così come era accaduto dopo il derby vinto, al netto del 3-0 casalingo al Lecce di mezzo, con le sconfitte contro Leverkusen e Fiorentina prima della sosta di ottobre, ancora una volta il Milan non riesce a dare una svolta definitiva alla sua stagione e incappa nell’ormai classica buccia di banana di una stagione che sembra avere, purtroppo, una sceneggiatura già scritta. Le due enormi prestazioni contro Inter e Real, quindi, restano casi isolati ed in mezzo si continuano a vedere le solite disattenzioni, la solita mancanza di applicazione, una fase difensiva da film horror e i soliti errori che denotano poca concentrazione, una cattiveria pressoché nulla e una mancanza di coesione e compattezza che comincia a preoccupare seriamente. Spente le luci dei riflettori di Madrid, arriva la provincia, arriva Cagliari ed il Milan si riscopre vulnerabile, fragile e senza un’anima, oltre che senza un’identità e un benché minimo equilibrio.
Punti persi e gol subiti, la classifica comincia a preoccupare
Un primo tempo pieno di errori in cui, solo Maignan e i centimetri dei fuorigioco fischiati al Cagliari, salvano il Milan dal prendere almeno quattro gol. Un secondo in cui non si riesce a mantenere una vittoria che si era riacciuffata con le unghie e con i denti e si commettono ancora errori da matita rossa. Altri due punti persi ed ora sì che, quasi sicuramente, bisogna dire addio ad ogni velleità di Scudetto. Questo Milan settimo in classifica, però, ora deve seriamente guardare con preoccupazione anche alla difficoltà di raggiungere un quarto posto e, quindi, una qualificazione in Champions League che dovrebbe essere il minimo sindacale della stagione. Inter, Napoli, Lazio, Atalanta, Fiorentina e Juventus.I rossoneri hanno sei squadre davanti in classifica e tutte sembrano fare tremendamente sul serio. Squadre che, anche considerando i tre punti in saccoccia nel recupero contro il Bologna (tutt’altro che scontati), sarebbero comunque davanti di qualche punto e che al momento hanno tutte un’identità, una cattiveria, un equilibrio ed una continuità che il Milan non sembra avere. Dalla prima giornata a questa sosta di novembre, a differenza delle altre, purtroppo, la squadra rossonera non sembra essere migliorata, in nulla. Sa far male davanti con la qualità dei suoi calciatori, ma soffre terribilmente dietro, vittima degli stessi errori a cui, dal Torino al Cagliari, non è mai stata presa una contromisura. Sulle palle alte ci arrivano sempre gli altri per primi e le imbucate verticali avversarie diventano puntualmente ghiotte occasioni da gol per gli altri.
Undici punti in diciotto partite, il bilancio in campionato è estremamente negativo
Aldilà degli errori dei singoli, che pure ci sono, sono evidenti e non si possono ignorare, aldilà della poca sicurezza che riescono a dare centrali di difesa e terzini, Paulo Fonseca non riesce a trovare alcuna soluzione per limitare i danni di una fase difensiva che ormai è davvero una piaga enorme per questa squadra. Il Mister, dopo la vittoria a Madrid, ma anche in altre occasioni, è stato molto chiaro ai microfoni e nelle conferenze stampa, nel rispondere ai giornalisti, nell’analizzare ciò che va e che non va della sua squadra ed anche a prendersi le sue responsabilità. Questo, però, non basta più. A questa squadra, con la qualità che si ritrova dalla cintola in su, non può più bastare il giocare grandi partite estemporanee e poi puntualmente cadere in provincia. I punti persi cominciano ad essere troppi e le partite in cui non si vince si somigliano terribilmente tutte. Eh, va bene che giocare a Cagliari e Monza è più difficile che giocare a Madrid, abbiamo capito cosa intendeva Fonseca e da un certo punto di vista ha anche ragione, ma una squadra come il Milan, seppure con tutti i suoi difetti, una rosa non perfetta e completa e delle riserve non all’altezza dei titolari, non può soffrire così tanto contro tutte le avversarie e non può aver fatto la miseria di 18 punti in 11 partite. Di questo passo si fa fatica ad arrivare a 70 e non si va davvero da nessuna parte. Ora, c’è la sosta, poi si entra nel vivo di una stagione che, però, almeno in campionato, pare già estremamente compromessa, nonostante un Leao che ha cominciato a fare sul serio.