A novanta minuti dalla fine di un meraviglioso 2022 che si concluderà con la sfida di San Siro tra Milan e Fiorentina prima di lasciare il palcoscenico al Mondiale in Qatar, i rossoneri non possono ritenersi soddisfatti per questa prima fetta di stagione, che rischia di concludersi con un distacco di otto punti dalla vetta della classifica.
Tanti, davvero troppi i punti su cui si potrebbe analizzare la difficoltà della squadra di Stefano Pioli di vincere, trovare continuità di prestazione e risultati, mostrare quell’entusiasmo e quella fame che l’anno scorso, hanno portato allo scudetto.
I punti focali sul problema del Milan
Puntare il dito su un singolo giocatore, o addirittura sull’allenatore, sarebbe troppo semplice, troppo banale. I problemi di questo Milan, seppur a piccole dosi, emergono a causa dei mancati risultati, dei numeri in calo, di una squadra che lo scorso anno aveva la capacità di creare un’infinità di occasioni da gol con la ferocia e la voglia di lottare su ogni singolo pallone. Cosa che, in questo Milan, non è quasi mai sembrata esserci concretamente.
Fuori casa. Il primo grande dato che emerge, classifica a parte, è la questione partite giocate fuori casa. Il Milan ha totalizzato 12 punti nelle prime sette trasferte di questa stagione in campionato. Quattro gare su sette non vinte, quasi eguagliato il numero dell’intero scorso anno, quando le gare non vinte in trasferta sono state 5 in totale. Numeri e prestazioni che fanno riflettere, perché se il Diavolo ha fatto delle trasferte passate un punto di forza, quest’anno il trend si è diametralmente invertito. Non si vince; e se si vince, si soffre tremendamente, l’esempio lampante sono Empoli, Verona, Sampdoria.
Il peso del tricolore. E se la vittoria dello scudetto si fosse trasformata in un macigno che pesa su tutta la rosa? Nell’ultimo mese di campionato, è come se i ragazzi di Stefano Pioli avessero vissuto e giocato con quell’ansia di dover per forza dare una risposta, tramutatasi in frenesia, che ha portato il Milan a non riuscire a mantenere un equilibro in campo. Squilibrio, appunto, che ha portato di conseguenza a perdere punti preziosi come contro Cremonese o Torino.
La bussola di Pioli. E già, perché prima o poi si finisce per parlare anche dell’allenatore. Probabilmente tra le situazioni che fanno più discutere, spicca la gestione della rosa di Stefano Pioli. È vero, il club non è riuscito ad acquistare quei giocatori importanti di cui parlava Maldini, che avrebbero completato ancor di più una rosa forte e competitiva. Ma i nuovi elementi, De Ketelaere a parte (per forza di cose), non sono mai stati realmente considerati dal tecnico rossonero. Un male enorme, che non permette ai titolarissimi di poter restare fuori quando servirebbe.
Chiudere l’anno con i tre punti diventa davvero importantissimo, per tenere a galla questo campionato e avere la possibilità di lavorare in vista di gennaio 2023. Anno nuovo, in cui servirà un nuovo Milan, o forse quello vecchio, che correva, giocava, ma soprattutto vinceva con la forza del gruppo.