Il direttore dell’area tecnica rossonera Paolo Maldini ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni di Milan TV nella rubrica “On the pitch“. Il primo episodio è dedicato ai coast-to-coast: ecco le sue parole.
Su Weah: “Lui non ha mai avuto una velocità straripante, ma aveva questa morbidezza di dribbling che metteva fuori causa. Aveva dei dribbling solamente suoi che probabilmente derivavano dal fatto di avere iniziato in campi veramente brutti. Sfruttava ogni rimbalzo del pallone per far fuori l’avversario“.
Sul gol di Weah in coast-to-coast contro il Verona: “Un po’ azzardato parlare di mio assist, però essere presente in un gol come quello fatto da George è bello. Al di là dei colori, un gol del genere credo possa piacere a tutti gli amanti del calcio“.
Su Shevchenko: “Non aveva un dribbling secco, ma muoveva molto bene il corpo. Un difensore come me i giocatori rapidi e prevedibili potevano essere più facili da affrontare. I giocatori sinuosi e che muovevano il corpo in maniera dinoccolata potevano mettermi più in difficoltà. Era un giocatore veramente bello da vedere, ma aveva anche questa capacità di dribblare“.
Su Kaka: “Nella profondità, nel dribbling e nella finalizzazione era un campione. Ci ha risolto tante partite e l’ha fatto in maniera spettacolare, molto spesso in partite importanti. Non faceva solo così contro le piccole, ma quando c’era una gara importante lui c’era, come tanti altri compagni“.
Su Theo Hernandez: “Se Theo gioca un terzo delle mie partite nel Milan mi batte, questo è chiarissimo. Non sono mai stato bomber, ho giocato buona parte della mia carriera da centrale dove magari le occasioni sono meno frequenti. Le sue caratteristiche sono quelle: se mi dovesse superare, ne sarei contento perché godrei di questi gol. È un terzino molto particolare. È assolutamente un terzino, ma quello che fa lui non lo fa nessuno, secondo me. Soprattutto per la sua capacità di finalizzazione, di assist e anche di venire dentro al campo. Ha un pochino rivisto quella che è l’idea moderna del terzino. Il primo anno dove aveva meno continuità, sembrava aspettasse il 70′ per fare queste volate che sinceramente hanno qualcosa di incredibile, soprattutto se si pensa che spesso la finalizzazione o l’assist vengono dopo 70-80 metri di corsa con la palla al piede“.