HomePrimo PianoLo stile Milan incarnato da Paolo Maldini, molto più di un dirigente

Lo stile Milan incarnato da Paolo Maldini, molto più di un dirigente

Un’icona di stile, dentro e fuori dal campo. Paolo Maldini è stato ed è ancora oggi questo, una leggenda di questo sport, titolo universalmente riconosciutogli. Lo storico numero 3 rossonero è un patrimonio da preservare, da studiare, da ammirare, come se fosse un qualsiasi sito dell’Unesco. Ma lui non è uno qualsiasi, è una figura unica nel suo genere e lo continua a dimostrare.

Il ruolo è cambiato ed il tempo è passato, ma lui non decide di tramontare mai e si adatta, a patto di poter essere decisivo per il suo Milan. Un amore, una passione, chiamatela come volete, per Maldini il Milan è sinonimo di famiglia, di padre in figlio. Una dinastia intramontabile. Lui ora tenta di tramandare cosa significa ai tanti giovani che si palesano a Milanello, cerca di far capire che è un privilegio per pochi poter indossare i colori del fuoco e della paura. Lo fa sempre però con uno stile tutto suo, imparagonabile ad altre figure del calcio.

Smarcarsi con stile dai colleghi

Per uno abituato a marcare gli attaccanti avversari, non dev’essere facile imparare a smarcarsi. Certo è che Paolo Maldini ha sempre avuto la capacità di dimostrare di poter andare controcorrente, non tanto per risultare volutamente anticonformista, quanto perché la sua mente gli suggeriva di fare così. Ha deciso di farlo un’altra volta, ma sempre con stile e ciò va sottolineato.

Abbiamo la squadra ridotta a quattro-cinque giocatori disponibili, ma non dirò mai ad un giocatore di non pensare alla Nazionale. È un obiettivo per un giovane che gioca a calcio“. 2 giorni commentava così in un’intervista a Radio 105 gli impegni in Nazionale dei propri giocatori. In due frasi il Direttore dell’Area Tecnica rossonera seda tutte le polemiche portate avanti da colleghi anche di alto rango. Sembrava che qualcuno volesse anche bloccare i giocatori, ma così non è stato. La tranquillità, la lucidità, la pacatezza di un uomo, di un dirigente societario che incarna perfettamente i valori del Milan.

E questo è dimostrato anche dalla mancanza totale di lamentele da parte della società riguardo comportamenti arbitrali, quantomeno rivedibili e discutibili (nelle ultime 3 gare di campionato diversi episodi dubbi a sfavore). E così anche per i giocatori e l’allenatore che, a parte alcune proteste sul campo, che fanno parte del gioco, non hanno mai alzato la voce, a differenza sempre di altre situazioni in altri club. La credibilità, il rispetto, la serietà, hanno tutte come comune denominatore lo stile, caratteristica non comune.

Silenzio, parla il campo

Maldini è il classico che fa e non parla“, parole glaciali nel bel mezzo di un dibattito della redazione sui colpevoli della situazione contrattuale di Calhanoglu. Di pezzi sull’argomento ne sono usciti, è giusto più focalizzarsi sulla frase, che può sembrare banale ma non lo è. Il dirigente rossonero predilige il profilo basso, soprattutto quando è preso in causa lui stesso ed il suo operato.

Così, nell’incertezza generale, ha portato a Milano giocatori come Bennacer, Theo Hernandez, Tonali e via dicendo. Lo contraddistingue la concretezza tra le altre cose ed al contempo la lucidità, come detto in precedenza. Quella lucidità che lo porta a dire che l’obiettivo è migliorarsi dallo scorso anno, ma senza escludere la possibilità della vittoria dello scudetto. Ha capito anche lui che si tratta di un’annata anomala e, in quanto tale, nulla è precluso.

Faccio sempre le cose con la mentalità milanista: dare spettacolo e gioia ai tifosi“, così sempre nell’intervista radiofonica. La mentalità milanista di Maldini è quella di lavorare dietro le quinte e lasciar poi parlare il campo, nell’intento di poter riportare il Milan nell’Olimpo del calcio, stavolta seduto in tribuna e dietro una scrivania. È in rossonero da poco più di due anni, ha sbagliato sì (Giampaolo), ma è stato capace di prendere decisioni e lasciar parlare il campo anche quando molti, all’interno della società non erano concordi con la sua visione (Pioli, Gazidis). Maldini è differente, Maldini è stile, Maldini è Milan.

Paolo Maldini – Milanpress, robe dell’altro diavolo

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