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Kalulu: “Da Maldini a Adli: vi dico tutto. Rinnovo? Se tutto va bene…”

Il Milan alla prima breve sosta si trova in quinta posizione, con meno punti dell’anno scorso ma con un calendario più complicato. Una nota più che positiva per la squadra di Pioli però arriva dalla difesa, con Pierre Kalulu che ormai è diventato una colonna della retroguardia rossonera. Il 22enne francese ha il sogno di riportare il diavolo ai vertici d’Europa, e vista la sua giovane età ha tutto il tempo per farlo. Intervistato da La Gazzetta dello Sport ha raccontato la sua vita in rossonero, ecco le sue parole:

Per lo scudetto vanno contate anche Juventus e Inter che in questo momento sembrano in crisi? «Pioli ce lo dice ogni giorno: quest’anno sarà ancora più difficile. Lo si capisce dal fatto che le partite con le rivali si decidono appunto sui dettagli. Sta a noi dimostrare che siamo i campioni in carica. Sono convinto che per il titolo si lotterà tutti fino alla fine. In ogni caso vogliamo finire di nuovo primi». 

Lei, contrariamente a molti suoi connazionali e coetanei che migrano in Premier League, ha scelto la Serie A. Si è mai pentito? «Assolutamente no. La Serie A è sottostimata. In Francia si crede ancora si giochi con il catenaccio. Invece è tutto il contrario: tutte le squadre costruiscono dal basso, applicano pressing a tutto campo, giocano duro fisicamente. C’è un alto livello tecnico e tattico e una concorrenza spietata, con sei, sette partite di grande livello da disputare contro le rivali».

Milan: Pierre Kalulu (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Pierre Kalulu (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

Lei avrebbe potuto restare al Lione, invece l’ha chiamata Maldini: com’è andata? «Beh, fa un certo effetto se ti chiama Paolo Maldini. Adesso sono abituato, ma la prima volta mi fece davvero impressione. Anche se sono giovane, l’ho comunque visto giocare, certo a fine carriera, ma rimane un riferimento. La cosa divertente è che sul momento le parti erano un po’ invertite, visto che io cercavo di mantenere un certo distacco e lui di convincermi. Maldini mi ha convinto dicendomi che aveva piena fiducia in me, che avrei fatto parte della prima squadra, trovando spazio in funzione della mia crescita. Così è stato». 

Maldini era uno dei suoi idoli? «Non ho idoli, ma mi ispiro a Thiago Silva, Van Dijk, Koulibaly: cerco di prendere il meglio di ciascuno e metterlo in pratica».

E’ stato più emozionante l’esordio a San Siro o la festa per lo scudetto? «Quando ho visto le migliaia di tifosi in piazza mi sono reso conto di cosa significa vincere con il Milan. L’esordio è stata un’emozione più personale, ma altrettanto intensa».

Terzino di formazione, centrale di mestiere: qual è il vero Kalulu? «Il mio scopo è garantire all’allenatore massima polivalenza e massima qualità per entrambi i ruoli. Se vado in campo è per essere il migliore, da terzino o centrale poco importa».

Milan: Pierre Kalulu e Victor Osimhen (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Pierre Kalulu e Victor Osimhen (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

Il tutto con serenità da veterano, nonostante i suoi ventidue anni. «Ho fiducia nelle mie capacità, ma è necessario lavorare duro ogni giorno per coltivarle, e gestire al meglio pressione e emozioni che vivi in campo».

Maldini le dà molti consigli? «E’ molto presente, senza mai sovrapporsi all’allenatore. Mi
consiglia per esempio sul modo di difendere incerte fasi, o su come poter gestire un certo attaccante. Piccoli dettagli che però ti permettono di migliorare molto».

Più facile giocare con i connazionali Maignan e Hernandez in reparto? «La lingua facilita le cose e crea un clima di lavoro ideale. Mike è un leader che trasmette fiducia, come Theo che domina sulla fascia. Cerco di fare altrettanto con loro».

E poi c’è Giroud che ha sfatato la maledizione del numero 9. «Da attaccante mi dà molti consigli. Lui alle maledizioni non ci ha mai creduto».

Yacine Adli non si è ancora imposto. «Ci conosciamo dalle giovanili della Francia. Ha l’atteggiamento giusto e tutte le qualità per farsi spazio anche qui. Sono sicuro che lo dimostrerà guadagnandosi progressivamente minuti di gioco».

Milan: Yacine Adli, Valentin Rongier (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Yacine Adli, Valentin Rongier (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

Con Tomori c’è molta intesa, adesso però con il rientro di Kjaer la concorrenza aumenta. «La concorrenza fa sempre bene. Ne abbiamo bisogno. Più ce n’è meglio è, per tutti. E al Milan non c’è ambiguità: tutti diamo il massimo per la squadra».

Merito di Pioli. «A questi livelli, non è banale che un tecnico riesca a coinvolgere tutti. Ne apprezzo gli allenamenti ad alta intensità, la stessa in partita, con una concorrenza sana. Se fai bene te lo dice, e ti sa parlare quando fai meno bene. Nei momenti di dubbio, sa motivare, ricordando che siamo un gruppo forte e intelligente. Siamo una squadra giovane, ma con lui sono migliorato molto».

Ibrahimovic non è più così giovane: com’è stato trovarselo in spogliatoio? «All’inizio è impressionante perché prima ci giocavo, ma alla Playstation. Ma poi capisci che
se è ancora a questi livelli è perché lavora duro ogni giorno. Ci ha trasmesso quest’esigenza che ci aiuta anche quando non c’è in campo».

In Champions, può pesare la storia del Milan in Europa, dove con nuovi acquisti affrontate il Chelsea? «Origi e De Ketelaere hanno grandi qualità e esperienza che
servono. Con il Chelsea sarà un buon test per dimostrare il nostro valore di campioni d’Italia. La storia del Milan non pesa, anzi è una motivazione in più. Non sarà facile, ma siamo fieri di avere la possibilità di portare il Milan ai vertici europei».

Milan: Ibra e Kalulu dopo la vittoria dello scudetto
Milan: Ibra e Kalulu dopo la vittoria dello scudetto

Il suo obiettivo è giocare con la Francia in Qatar, da nuovo Maldini? «Di Maldini ce n’è uno solo, ma voglio costruire la mia storia e diventare uno dei migliori al mondo. Il sogno è di andare in nazionale: nessuno poi direbbe di no al Mondiale».

Quanto contano i consigli dei suoi fratelli Gedeon e Aldo, calciatori a Lorient e Sochaux? «Molto. Guardiamo tutte le nostre gare e poi le commentiamo per capire dove migliorare. Se oggi sono al Milan è anche grazie ai loro consigli».

Come si trova a Milano? «La dolce vita! Scherzi a parte, è una città che apprezzo molto
anche per la moda, per i ristoranti, per lo stile di vita. Mi sento a mio agio, anche perché il mio italiano migliora».

Quindi la storia può continuare oltre il 2025? «Se tutto va bene come adesso, che si vince, che gioco da titolare, c’è solo voglia di continuare. Ma del contratto ci sarà modo di
parlarne con i dirigenti».

Milan: Pierre Kalulu (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Pierre Kalulu (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

 

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