Milan e Inter non vogliono più aspettare: i due club erano convinti che il 2023 sarebbe stato l’anno giusto per accelerare sul nuovo stadio di San Siro, con i lavori che sarebbero cominciati intorno alla metà del 2024, ma già i primi giorni di gennaio non stanno andando in questa direzione. L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport evidenzia come prima delle feste Milan e Inter avessero ricevuto il consenso dal Consiglio Comunale dopo il lungo iter del dibattito pubblico.
Portare la capienza a 70 mila spettatori, aumentare le aree verdi, non alzare il prezzo dei biglietti: questi erano i punti cruciali. All’inizio del nuovo anno sarebbe dovuta arrivare la delibera di Palazzo Marino, che però non è ancora arrivata, e ad oggi sembra quasi impossibile che arrivi.
Il problema più grande è rappresentato dal cosiddetto “vincolo-Sgarbi”, che il Governo vuole apporre sul Meazza. A questo si aggiunge anche il vincolo monumentale, che si attiva dopo 24 anni, e quindi nel 2024 nel caso dell’impianto meneghino: ciò significa di fatto che il Governo non vuole abbattere San Siro. Lo stesso Vittorio Sbarbi, Sottosegretario allo Cultura, ha parlato chiaro a La Gazzetta dello Sport: “Il vincolo relazionale verrà fatto: è intuitivo che San Siro non possa essere abbattuto. Tutti i tifosi sono con me. San Siro è un bene comune”.
Milan e Inter, a questo punto della vicenda, sono pronti a prendere in considerazione un piano B, che porta a Sesto San Giovanni. L’ex area industriale Falck sarebbe una zona ideale dove far sorgere il nuovo stadio, ma quel punto bisognerebbe capire se i due club continueranno ad andare di pari passo, visto che è stato soprattutto il Milan a prendere in considerazione tale ipotesi.