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Milan, il problema dei gol subiti è cosa seria: bisogna trovare un equilibrio con l’attacco

Il Milan, dopo una stagione quasi fallimentare (quinto posto sul campo in Serie A, ma semifinale di Champions League), ha ripreso a correre quest’anno, ma non senza alcuni inciampi durante il percorso. A dicembre si parlava addirittura di mandare via Pioli a stagione in corso, ma dopo quel periodo – tra ottobre e inizio dicembre – il Diavolo ha ripreso ad essere Diavolo.

Certo, tantissimi sono i fattori comunque negativi fin qui: obbiettivo seconda stella sfumato, obbiettivo di passare almeno i gironi di Champions League fallito, così come anche l’obbiettivo di vincere la Coppa Italia. È rimasta però l’Europa League, che certamente non fa schifo, anche se i rossoneri sono abituati a ben altri standard. Il fatto che esso sia un trofeo non ancora presente nella ricchissima bacheca rossonera fa brillare gli occhi ai tifosi che, arrivati ormai ai quarti di finale, ci sperano.

Ma prima di pensare a vincere un trofeo così importante ci sono tante – neanche troppo piccole – migliorie da apportare. Perché se è vero che l’attacco del Milan segna e gioca bene, dall’altro lato della medaglia c’è una difesa veramente irriconoscibile. In Europa League sono quattro le partite disputate dagli uomini di Pioli, contro squadre che, con tutto il rispetto, sulla carta erano più che abbordabili: Rennes e Slavia Praga.

La fase difensiva ha funzionato bene solo nella partita d’andata contro il Rennes, dove il Milan si è imposto sui francesi per 3-0. Nelle successive tre, è riuscito a subire ben 6 gol; un pò troppi per una squadra che ambisce ad arrivare in finale, soprattutto vedendo davanti a se squadre come Liverpool, Roma, Atalanta e Bayer Leverkusen.

IL PROBLEMA DEI GOL SUBITI

È un problema che non si può attribuire solamente a queste quattro partite, ma all’intera stagione. Da quel 5-1 a settembre nel derby, i rossoneri hanno probabilmente perso certezze e, ancora, si portano dietro gli strascichi. Analizzando i dati di quest’anno, il Milan ha disputato ben 40 partite in quattro competizioni differenti: Serie A (28), Coppa Italia (2), Champions League (6) ed Europa League (4). I gol subiti sono però 48, per una media di 1,20 a partita.

Le motivazioni sono presto spiegate: la difesa titolare è stata assente per almeno 4 mesi durante questa stagione, arrivando addirittura a dover adattare Theo Hernandez a difensore centrale per sopperire alle mancanze; se il modo di giocare di Pioli è sempre stato molto offensivo, quest’anno (visto anche l’ottimo arsenale a disposizione) ha raggiunto il suo apice, e questo lascia enormi spazi agli attaccanti avversari nella propria metà campo difensiva.

Milan: Theo Hernandez (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Theo Hernandez (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

Ad inizio anno l’attacco aveva qualche problemino nel segnare (vedere MilanNewcastle e Borussia DortmundMilan), ma neanche subiva così tanto. Una volta sistemata la fase offensiva però, è venuta meno quella difensiva. La mancanza di equilibrio tra le due fasi crea una pericolosa instabilità e insicurezza (troppi rigori concessi, errori di lettura dell’azione, ecc..), alla quale ovviamente Pioli e il proprio staff sono già a lavoro.

BENE L’ATTACCO

Come già detto quindi, l’attacco ha fatto senz’altro un bel salto di qualità, almeno rispetto allo scorso anno, dove in 51 partite i gol segnati erano 79. Al momento invece, dopo 40 partite (con altre 10 di campionato da disputare, più almeno altre due di Europa League), sono 74. Si potrebbe fare meglio anche della stagione dello scudetto, dove in 48 partite il Milan ha timbrato 82 volte.

Certo, rispetto alle annate precedenti alcuni interpreti sono cambiati, quest’anno il livello si è alzato anche nella trequarti e nella fascia destra: solo Pulisic e Loftus-Cheek hanno segnato, insieme, 20 gol. A livello tattico è stata data un’alternativa di livello a Leao, così da poter giocare senza avere sempre le responsabilità nei piedi nei momenti difficili. Con lo statunitense si intendono, ed entrambi sanno essere decisivi.

Serve però tanto lavoro ancora, per poter equilibrare le due fasi, per far in modo che si possano connettere al meglio. Tanti sono i giocatori nuovi, ma quasi tutti ora si sono ambientati al meglio. Questo equilibrio va però trovato subito, prima che anche l’ultimo obbiettivo sfumi miseramente.

Udinese-Milan: Matteo Gabbia, Simon Kjaer e Lorenzo Lucca (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Udinese-Milan: Matteo Gabbia, Simon Kjaer e Lorenzo Lucca (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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