Nelle pieghe delle partite di questa stagione, di volta in volta stiamo cercando di captare come questa squadra stia cercando di migliorare. Osservando approcci e atteggiamenti ormai da oltre un mese, qualche mutamento l’abbiamo notato, perché come noto con una rosa giovane, l’evoluzione rappresenta un valore di per sé.
Oltre al cambio di mentalità di alcuni singoli, dei quali abbiamo già parlato in queste settimane e sui quali anche i media in generale si sono soffermati, come Tonali, Diaz, Leao e Saelemaekers, la gamma di gare affrontate fino ad ora ha consentito di valutare i diversi modi di stare in campo del Diavolo a seconda dell’avversario.
Non c’è un’unica versione, c’è un’interpretazione della sfida in relazione a chi ci si trova di fronte. Il Milan visto ad Anfield non è il Milan dello Stadium e nemmeno quello visto con Venezia e Spezia nelle ultime due gare di campionato. E non si tratta di una questione di interpreti.
Il game plan è differente, come corretto che sia, e all’interno della stessa partita, cambiano ritmo e intensità tenendo conto del momento della gara. Col Liverpool abbiamo visto una squadra pronta a colpire in contropiedi, accettando in qualche modo la pressione dei Reds, mentre con le ‘piccole’ della Serie A, una volta trovato il vantaggio, ha scalato la marcia ed ha provato a gestirla.
Cenni di maturità e crescita mentale da parte di un gruppo tra i più giovani in Europa e il più giovane in Italia. È lo step che stavamo aspettando?