Da zero a cento, ancora una volta: quanto possono cambiare le situazioni e la percezione delle cose in così poco tempo. Il calcio moderno è questo, soprattutto quello legato ai leoni da tastiera che si sono evoluti in quelli del touchscreen. Il Milan di Paulo Fonseca è passato da una situazione tragica sportivamente parlando, all’Olimpo; il tutto scaturito da una prestazione perfetta che ha portato alla vittoria nel derby contro l’Inter, situazione che non accadeva da due anni pieni. Piaccia o meno, il calcio vive di attimi e soprattutto risultati. Si può andare in alto molto rapidamente per poi crollare alla stessa velocità. A Fonseca e al suo Milan è successo esattamente l’opposto.
Prima della sfida contro l’Inter qualcosa non funzionava, soprattutto nell’atteggiamento e nell’approccio alle partite. Il 4-0 al Venezia non poteva, comprensibilmente, essere realmente indicativo. Detto, fatto. Perché alla luce della sconfitta contro il Liverpool a San Siro sono tornati i fantasmi e le apprensioni verso una squadra scarica, fiacca, spogliata della voglia di successo. Un Milan troppo brutto per essere vero, che quattro notti dopo si trasforma in un Milan troppo bello per essere vero. Perché la squadra è scesa in campo con altro atteggiamento e con quella voglia che sembrava quasi surreale se il paragone si lega alle prestazioni del recente passato.
Il prossimo vero passo, forse ancor più difficile, arriva proprio adesso. Il Milan non dovrà essere brutto come prima o meraviglioso come domenica. Basterebbe una giusta via di mezzo, che potremmo sintetizzare con due parole: equilibrio e continuità. Paulo Fonseca e i suoi giocatori avranno l’arduo compito di ripartire dalla vittoria nella stracittadina. O meglio, partire: perché questo può e deve essere considerando come un punto di partenza. Per non vanificare ciò che è stato fatto domenica serviranno convinzione, coraggio e tanto lavoro. Con che sistema di gioco? Poco importa. La differenza, ancora una volta, l’hanno fatta e la faranno atteggiamento e abnegazione. L’attitudine vince sui moduli, sempre. Adesso palla a Fonseca e ai suoi giocatori: dipende tutto da loro, dipende tutto dal Milan.