La settimana di Champions lascia nuovamente un gusto amaro. Ancora una sconfitta, ancora col Chelsea, purtroppo di nuovo con le vibes negative derivanti da chiamate arbitrali dubbie. Scorie nervose da metter presto da parte sia per il campionato, sia per la coppa.
Contro i Blues oltre 75 minuti 10 non hanno fatto cambiar atteggiamento al Diavolo. Aggressività e uomo contro uomo finché la tenuta atletica l’ha concesso e fino a quando la partita ha avuto qualcosa da dire. Questo ha generato un’occasione per tempo, per Giroud nel primo e per Dest nel secondo, sfortunatamente entrambe sballate.
Guardando però alle dirette concorrenti italiane, per la corsa Champions e Scudetto, possiamo sportivamente apprezzare l’evoluzione ad esempio dell’Atalanta. Spot della pressione alta a tutto campo e dell’1 contro 1, sta raccogliendo molti punti in Serie A avendo un po’ aggiustato questo modo di affrontare le gare. Qualche ripartenza in più e qualche decina di metri in meno sul baricentro.
Nelle due partite europee contro il Barcellona anche l’Inter ha modificato in parte il proprio gioco, adattandosi all’avversario. Se a San Siro i cugini sono stati anche fortunati, al Camp Nou hanno invece meritato il risultato positivo.
Certo dell’identità di gioco riconoscibile il Milan deve andar fiero. Se siamo arrivati a questo punto di crescita lo dobbiamo principalmente proprio a questo dettaglio, che ha consentito di andar oltre gli infortuni in questi anni. Tuttavia soprattutto contro club più attrezzati o in situazioni di inferiorità numerica, un modo diverso di affrontare il match va trovato. Più umile? Più bassi? Non pensiamo si debba copiare pedissequamente, ma qualche riflessione su questi aspetti forse è il caso di affrontarla.