HomeNewsGazzetta: Milan, ecco gli 8 motivi per andare agli ottavi di Champions

Gazzetta: Milan, ecco gli 8 motivi per andare agli ottavi di Champions

L’edizione questa mattina in edicola de La Gazzetta dello Sport dedica ovviamente ampio spazio alla presentazione della sfida di questa sera tra Milan e Red Bull Salisburgo. La Rosea indica otto motivi per i quali il Milan non può fallire l’accesso agli ottavi di finale di Champions League, per i quali basta un pareggio contro gli austriaci:

  1. Il prestigio

La sveglia suonerà a un’ora insolita, le nove di stasera. «Penso che il Milan sia un gigante addormentato. È uno dei club più popolari nel Sud-Est asiatico e ha una grande fan-base negli Stati Uniti, cosa che garantisce possibilità di crescita». Parole di Gerry Cardinale. Per farlo deve assicurarsi gli ottavi di finale di Champions. Il risultato sportivo è necessario per dare impulso al circolo virtuoso di attività e business che ruotano intorno: i risultati alimentano il progetto, il progetto può alimentare la composizione di una rosa sempre più forte. Aumentare gli incassi del club, esplorando nuovi territori e nuove collaborazioni commerciali. Perché il Milan rinforzi la sua riconoscibilità globale, è determinante tornare tra le prime sedici d’Europa. Yes Network, canale americano, trasmette in differita le partite rossonere. Mostrare il Milan nelle grandi sfide europee è uno spot per sollecitare ancora di più il mercato Usa. E non solo.

2. I soldi

La Champions regala gloria e denaro. E’ una questione di immagine ma anche (soprattutto) di ricchezza: il Milan ha già guadagnato 40 milioni dalla partecipazione ai gironi. Il passaggio alla fase eliminatoria ne garantisce altri 20. Quasi dieci (9,6) dal bonus Uefa, a cui sommare la quota del market pool e l’incasso al botteghino. Che ultimamente è molto generoso: per Milan-Chelsea, ultima partita del girone ospitata a San Siro, furono raccolti 6 milioni e 818 mila euro. Stasera è atteso un nuovo sold out. Denaro che permetterà al club di migliorare ulteriormente il bilancio e ai dirigenti dell’area tecnica di muoversi con un po’ più di elasticità sul mercato. Il tesoro può diventare utile anche a sciogliere il nodo Leao: il rinnovo del contratto resta un affare particolarmente intricato. Sarebbe in ogni modo una  trattativa economicamente pesante: il regalo in cassa della Champions un aiuto prezioso.

3. La competitività

Il Milan deve salire un nuovo gradino. In Italia ha riconquistato la cima un passo alla volta. Ora deve ripetersi in Europa. Pioli ha la possibilità di accompagnare la squadra tra le migliori sedici della Champions, dopo che l’esperienza dell’anno scorso si era interrotta ai gironi. Sfortuna, episodi arbitrali sfavorevoli, ma anche scarsa abitudine ai duelli di alta  quota. Ora deve compiere un nuovo step per poi prepararsi a una salita ancora più ripida, dalle prime 16 alle primissime del continente. Fino alla vetta dell’Europa nobile. Dopo il lungo prolungamento del contratto, con Pioli che resterà alla guida fino al 2025, il tempo per la scalata c’è. Per alzare il livello di competitività l’allenatore segue una linea: “Dobbiamo provare a controllare e dominare un po’ di più le partite, giocando più tempo possibile nell’area avversaria: lavoriamo in questa direzione”.

4. L’esperienza

E’ con l’entusiasmo dei giovani che il Milan è tornato grande in Italia: ma è con l’esperienza che potrà farlo in Europa. Le grandi partite formano grandi campioni. In A Kalulu, Tomori, Theo, Tonali e Leao sono arrivati al comando. In Champions devono continuare a misurarsi con i più forti, trarne stimoli e insegnamenti. Theo è arrivato sul trono d’Europa con il Real come una delle tante seconde linee, presto vorrà ripetersi da protagonista. Tomori lasciò a gennaio il Chelsea che poi vinse la coppa nel 2021: vuole scrivere con il Milan la sua storia di successo. Kalulu, Tomori, Leao: non hanno mai giocato sfide internazionali da dentro o fuori. L’esperienza serve ad allenare muscoli e personalità. In Champions è ancora più vero. Contro la Dinamo Zagabria Pioli ha schierato per la prima volta nella sua gestione una squadra con età media superiore ai 27 anni (27 e 42 giorni), non proprio la linea verde che aveva seguito per arrivare fin qui.

5. La rivalità

Il ribaltone di Giroud a febbraio, il tris griffato da una doppietta di Leao dopo il vantaggio di Brozovic a settembre, e ancora i due punti di distacco nella classifica di Serie A: in Italia, per adesso, è davanti Pioli, ma in Champions sorride Inzaghi, agli ottavi con un turno di anticipo. È sempre derby, ed è sempre una appassionante storia di sorpassi e controsorpassi: in attesa della prossima puntata (la Supercoppa del 18 gennaio a Riad), tocca al Milan stasera rispondere e raggiungere l’Inter tra le migliori 16 del continente. Barella e compagni giocheranno gli ottavi per la seconda edizione di fila, Leao e i diavoli ci riprovano dopo il rodaggio di fuoco dell’anno scorso: se l’elastico si accorcerà, anche stavolta ci sarà da divertirsi. E febbraio potrebbe diventare il mese dei derby: quello da seconda stella, il 5 a San Siro, e quello a distanza in Champions…

6. La rimonta

Ogni lasciata è persa, ma, dalle nostre parti, spalanca pure le porte dello scudetto: è successo all’Inter di Conte e poi al Milan di Pioli, sbattuti fuori dalle coppe ai gironi di Champions e poi vincenti in Serie A. Oggi che il Napoli prova a scappare a +6, però, andare avanti in Champions può funzionare da motore per accelerare in campionato e rimontare: un Milan agli ottavi ritroverebbe slancio per la rincorsa a Kvaratskhelia & Co. Il lato B della vicenda è piuttosto inquietante: provate a immaginare un inverno (e una sosta mondiale) con un’eliminazione dalla Champions da smaltire e un’altra competizione da giocare, più ricca di partite e meno prestigiosa. Perché l’Europa League, sicura anche in caso di ko col Salisburgo, ha il suo fascino, ma vuoi mettere la musichetta della Champions?

7. Il record

La tabella di recupero sembra studiata per l’atto secondo della Champions: Zlatan Ibrahimovic tra qualche ora sosterrà i compagni ancora una volta da bordo campo, e poi, se tutto filerà liscio, potrà entrare finalmente in scena. L’andata degli ottavi è in programma a febbraio, momento della stagione in cui Ibra dovrebbe tornare a giocare dopo essersi unito al gruppo a gennaio. E mettere nel mirino nuovi record: entrare tra i 5 più anziani ad essere scesi in campo in Champions (McGregor, portiere che ha difeso i Rangers a 40 anni in questo 2022-23, verrebbe superato) e diventare il più vecchio a segnare un gol nel torneo davanti a Totti (38 anni nel 2014 con la Roma) e nella vecchia Coppa Campioni davanti a Olsen (39 anni nel 1960 col Fredrikstad). Ibra l’immortale, come le divinità: «Anche se al Psg avete Neymar, Mbappè e Messi questo non vi aiuta: non avete Dio…».

8. L’italianità

Quando a Maldini, sul palco del Festival dello Sport, la Gazzetta ha chiesto se il Milan sentiva di essere pronto per le grandi notti europee di primavera come ai suoi tempi, il d.t. ha risposto: «La voglia c’è: siamo il Milan e la storia parla per noi». Ecco, la storia racconta anche di un club che ha fatto da portabandiera per l’Italia: 30 partecipazioni, 11 finali giocate e 7 vittorie, nessuno come loro. Al Milan nessuno chiede di vincere la Champions, ma sfondare il muro della prima fase, 9 anni dopo l’ultima volta, e poi giocarsela nelle sfide da dentro o fuori, riporterebbe il Diavolo alla dimensione che tifosi, società e giocatori hanno sempre avvertito come “naturale”. La Champions è il giardino del Milan e l’Italia ha bisogno dei suoi vecchi alfieri per tornare grande tra le grandi: nell’anno del Mondiale alla tv, ripresentarsi in Champions con Milan, Inter e Napoli nel tridente sarebbe il modo migliore per affacciarsi al 2023.

Pioli e squadra pre Milan-Inter Derby (Agenzia Fotogramma)
Pioli e squadra pre Milan-Inter Derby (Agenzia Fotogramma)

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