HomeIn evidenzaEsistono anche le separazioni consensuali

Esistono anche le separazioni consensuali

Molti tifosi, sopraffatti da sentimenti di riconoscenza e di memoria per quel che furono i fasti del passato, dimenticano che, prima di essere una squadra di calcio, il Milan è una società. E come tale è composta al vertice da un imprenditore che investe denari con l’obiettivo di riprenderseli un giorno con qualche guadagno. Per realizzare ciò, l’investitore si affida ad un’altra squadra, composta da manager che di mestiere fanno quadrare il più possibile i conti o, quantomeno, provano a cercare le soluzioni per arrivarci.

Ruoli. La premessa è d’obbligo per chiarirci una volta per tutte quanto sta accadendo da ormai parecchi mesi dalle parti di via Aldo Rossi prima che a Milanello. Se volessimo identificare ogni soggetto col suo nome, allora dobbiamo precisare che Paul Singer è l’imprenditore che meglio identifichiamo come Elliott Management Corporation, proprietario del Milan. E che Ivan Gazidis è il manager, con la carica di amministratore delegato, col il compito di fare in modo che la società Milan funzioni e non perda ogni anno milioni e milioni di euro. Come tale, Gazidis risponde ad Elliott del suo operato, delle sue scelte e di tutti i collaboratori sotto di lui, ivi compresi il Direttore Tecnico (Paolo Maldini) e, prima ancora il Chief Football Officer (Zvonimir Boban). E’ del tutto evidente, dunque, che, in assenza di alcuna voce in difesa di Maldini o in smentita delle dichiarazioni rese da Ralf Rangmick, la linea di Gazidis corrisponde a quella di Elliott. Il futuro, insomma, è ben tracciato con buona pace di tutto.

Separazioni. E’ altrettanto evidente, senza entrare nel merito di un giudizio per l’una o l’altra parte in causa, che la parola di Maldini (prima ancora che l’operato) conti molto poco rispetto a quel che ritiene di fare Gazidis per conto di Elliott. Ne è riprova il fatto che lo stesso Maldini abbia dovuto affidare una propria dichiarazione al vetriolo contro Rangnick diramandola attraverso l’Ansa a titolo personale e non con un comunicato ufficiale dell’Ac Milan su tutti i consueti canali di comunicazione. La spaccatura è evidente, nei fatti come nelle parole. Una domanda sorge, però, spontanea: non era il caso risolvere prima i rapporti con i vari Boban e Maldini, dandone comunicazione consensuale, e poi illustrare il progetto per il futuro? Anche questa sarebbe buona prassi nelle aziende. Andare sui giornali a far volare gli stracci rischia di essere una mossa ancora una volta controproducente.

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