Oltre ad Arrigo Sacchi, nel giorno di Real Madrid-Milan, La Gazzetta dello Sport ha intervistato anche l’ex portiere rossonero, Lorenzo Buffon: “Come sto? Eh, ho quasi 95 anni, sono un po’ sordo, qualche acciacco. Però mi hanno rinnovato la patente un altro anno, ma la macchina, una vecchia Fiat Idea, la uso solo per andare a prendere il pane con mia moglie Loredana. Non vado in autostrada. Non mi fido. Adesso poi sono in attesa di essere chiamato dall’ospedale per un interventino all’inguine”.
Buffon racconta la sua carriera: “Ho cominciato all’oratorio. Poi Latisana e Portogruaro, Milan, Genoa, Inter, Fiorentina. Sì, qualche intervento, oltre al cuore e altre magagne, l’ho fatto. Le cose vecchie le ricordo tutte, so a memoria le formazioni. Da ragazzo ero tifoso del Milan, mi hanno convocato all’Arena. Sono andato di corsa, con il cuore che scoppiava dalla felicità. Il passaggio all’Inter? Mi hanno ceduto. È stato Gipo Viani, non l’ho mai mandata giù, ma mi ha fatto un favore: ho vinto uno scudetto, è stato importante”.
Ancora Buffon: “Visto che siamo in clima Coppa Campioni, ricordo con un po’ di fastidio l’anno, il 1958, in cui il Milan è arrivato in finale. Ho fatto sette partite, le più importanti, contro il Rapid Vienna, il Borussia Dortmund, i Rangers, il Manchester United, ma in finale contro il Real Madrid a Bruxelles ha giocato il mio vice, Soldan. Stavo benone, fu una scelta tecnica di Gipo Viani, l’allenatore, abbiamo perso 3-2 ai supplementari. Non dico altro… Nella sfida del 1956, loro erano fortissimi, è finita male, 4-2 per loro. C’erano Di Stefano, Gento, Rial. E 120 mila tifosi. Anche noi eravamo una grande squadra: Maldini, Liedholm, Nordahl, Schiaffino. Io ho fatto qualche errore, ma il Real era fenomenale. Nel ritorno li abbiamo battuti 2-1, con due rigori di Dal Monte, ma non è bastato. Col Real ho fatto due partite. E una terza che non vorrei ricordare: in un torneo, a Cadice, ne abbiamo presi sei. Va bene torneo, ma sei sono sempre sei. No? E io ne ho beccati cinque nel primo tempo e nel secondo mi ha sostituito Gallesi. Però ne abbiamo fatti tre con Danova, Liedholm e Altafini. Io non ci ho dormito perché Di Stefano mi ha fatto quattro gol. Poi Alfredo l’ho incontrato in diverse celebrazioni. E tutte le volte mi diceva: “Amigo mio, un abrazo”. Sì, bell’amico. Ma a parte le battute, era un mostro di bravura, a livello di Pelè. Non ne ho più visti così, bravi come lui, centravanti di manovra a tutto campo, era ovunque”.
Buffon conclude: “Maignan? Vedo tutto, sono sempre davanti alla tv. A Monza ha fatto una parata strepitosa. Mi piace molto, è un ottimo portiere. Poi è del Milan. Anche se io faccio il tifo per gli italiani. Sono bravi Carnesecchi, Di Gregorio. E Meret, e non perché è friulano come me… I migliori di sempre? Ognuno ha vissuto il suo tempo. E Albertosi? E Sarti? Viola, Moro, Bugatti, Ghezzi, Zenga? E Rossi? Sebastiano è stato un grande portiere del Milan, e io quelli del Milan li metto fra i primi tre. Sono sempre stato milanista e morirò milanista”.