Campionato fermo, telefoni che squillano e panchina che brucia. Nonostante non si giochi, il Milan sta continuando a progettare il proprio futuro. Il primo nome della lista è sempre Ralf Rangnick, ma le quotazioni di Luciano Spalletti sono in rapida risalita, mentre la conferma di Pioli è sempre più difficile. Quale sarà l’uomo scelto da Ivan Gazidis e i suoi collaboratori per la prossima stagione è veramente complicato dirlo.
Un nome che dovrà essere in grado di raggiungere l’obiettivo minimo stagionale dal 2013-14: la Champions League. Da quell’anno nove allenatori e nessuno ci è mai riuscito. Le società che si sono alternate alla guida del club hanno cambiato di media più di una volta a stagione per cercare di raddrizzarla e centrare l’obiettivo. Difficile poter pensare che in tutti questi anni sia stata solo colpa degli allenatori. Clarence Seedorf dal gennaio 2014 aveva ottenuto un ruolino di marcia impressionante nel girone di ritorno, ma il ritardo accumulato con Massimiliano Allegri era troppo da poter colmare e la Champions è sfumata. Vincenzo Montella provò l’assalto nella stagione 2016-17. Ottimo avvio di stagione, anche la Supercoppa Italiana portata a casa – ultimo trofeo vinto dal Milan – ma il calo inevitabile per mancanza di mezzi nella seconda parte di stagione. Dal ricambio di uomini alla tenuta mentale degli stessi.
Quello che ci è andato più vicino di tutti, a dieci minuti per l’esattezza, è Rino Gattuso lo scorso anno. Un allenatore che era riuscito a creare una forte identità di gruppo intorno alla squadra e che andava avanti insieme ai suoi giocatori verso un unico obiettivo. Nell’estate 2018 gli investimenti erano anche arrivati (Mattia Caldara e Gonzalo Higuain), ma non sono andati come desiderato. Ma la stagione delle spese è stata quella precedente. Nel 2017, l’unica campagna acquisti targata Fassone-Mirabelli e finanziata da Yonghong Li aveva portato 11 giocatori a Milanello per un totale di oltre 250 milioni di euro spesi. Forse per l’eccessiva pressione che Montella non ha saputo reggere, o dei giocatori sopravvalutati in sede di mercato, il Milan già a dicembre era fuori dai giochi Champions.
Nonostante tutti i tentativi fatti, insomma, il Milan è sempre al punto di partenza. Sempre alla ricerca di un allenatore che faccia partire un ciclo, ma senza i corretti investimenti e soprattutto il tempo di costruire un’identità e un percorso sarà sempre difficile. Aspettando l’allenatore numero dieci quest’estate.