L’amministratore delegato del Milan, Ivan Gazidis, è protagonista di una lunga intervista alla BBC, nella quale ha trattato tanti argomenti, a cominciare dallo stadio: “Vediamo un ambiente in cui c’è una sorta di mancanza di rispetto, forse simile a quello che abbiamo visto in Inghilterra prima dello sviluppo degli stadi. I nuovi stadi offrono un’atmosfera in cui le persone si sentono più sicure e protette. Sono tecnologici, più inclusivi, hai più diversità nel pubblico: donne, bambini, persone di ogni razza, colore e orientamento sessuale che si sentono le benvenute negli stadi. Questo è quello per cui dobbiamo lavorare qui in italia. Penso che probabilmente in Inghilterra si è lavorato su questi problemi in modo più approfondito e più a lungo, ma questo non significa che si trovino neanche vicini alla fine del percorso“.
Gazidis ha poi parlato del problema razzismo: “Negare che abbiamo problemi e nasconderli sotto il tappeto non aiuta. La prima cosa è prenderne coscienza, poi prendere provvedimenti. È un processo, e non c’è una fine a questo percorso. I risultati che il calcio ha ottenuto negli ultimi venti o trent’anni sono davvero rilevanti, ma c’è ancora tanta strada davanti a noi. Lettera aperta dello scorso anno è stato un momento significativo, in cui tutti i club si sono uniti in una sola voce per dire che crediamo vada fatto di più. Non è stato solo un messaggio per il campionato o per gli organi governativi, ma anche per noi stessi. L’episodio in PSG-Basaksehir? Parliamo tanto a proposito di razzismo ma sono un po’ spaventato dalle reazioni estreme che abbiamo. Ognuno di noi porta con sé dei pregiudizi, tutti. Possono essere comportamenti non dettati dall’odio ma dall’ignoranza e dalla mancanza di empatia. Se i miei giocatori uscissero dal campo li supporterei, perché so che lo farebbero per un qualcosa che sentono fortemente. Abbiamo bisogno di ascoltare quei sentimenti se siamo in grado di affrontarli nel modo giusto. C’è qualcosa di più importante dei punti e di quello che succede sul campo. In generale posso dire che il calcio è stata una forza estremamente positiva riguardo queste cose“.
Il dirigente sudafricano parla poi del futuro del Milan: “Abbiamo la visione di un Milan giovane e moderno che giochi nello stadio più bello del mondo e che dica la sua sia in Italia che in Europa. Abbiamo il nostro progetto per lo stadio, che sarà il più bello e il più moderno del mondo. È un progetto incredibile. La Superlega Europea? È un discorso che probabilmente va avanti da più di venti anni. La realtà è che ci sono molti modi in cui il calcio europeo può svilupparsi e crescere nei prossimi dieci anni. Non credo che ci siano grandi possibilità di vedere una Superlega nel modo in cui le persone ne parlano ora. Penso che potrebbero esserci sviluppi nel modo in cui si svolge la Champions League, è una conversazione che dovremmo avere e dovremo farlo con una mentalità aperta“.