Solitamente di fronte alle telecamere si vede sorridente e pacato, ma al fischio finale di Fiorentina-Milan la reazione di Paulo Fonseca ha tirato fuori un lato che la tifoseria rossonera non aveva ancora conosciuto. Ebbene sì, anche il tecnico lusitano si arrabbia: non solo per il risultato, ma anche per aver visto di fronte ai suoi occhi una mancanza di rispetto nelle sue gerarchie, come mostrato dai calci di rigore. E a tal domanda, ecco lo sfogo: i miei calciatori vogliono sbagliare, li lascio fare…ma che si prendano le proprie responsabilità.
La Gazzetta dello Sport parla di zero sconti e giustificazioni da qui in avanti, che sia in privato o in pubblico. Chi si autogestisce viene poi preso da parte al termine della partita e portato a colloquio con il tecnico. In questa sosta bisogna diventare squadra, non pensare a sé stessi e al proprio score personale. E se le decisioni le sbaglia Fonseca, lui è il primo a mettersi in discussione: ecco perché, nonostante la fiducia della società, la sua posizione è tornata in bilico in seguito a Leverkusen prima e Firenze poi.
Se il cooling break è stato lasciato passare (forse grazie al risultato finale di 2-2), sull’umiliazione dagli undici metri del Franchi non si può fare finta di nulla: la strigliata è arrivata sia negli spogliatoi, sia ai media. Fonseca sa di non poter più difendere il gruppo, perché poi chi va in campo è chi sbaglia…e lui ci rimette nella reputazione. Già 4 sconfitte su 9 partite sono troppe, se poi l’atteggiamento è di quelli da non voler nemmeno entrare in campo il mister ci può fare ben poco. E infatti la dirigenza è infuriata coi calciatori, appoggiando la linea dura del portoghese. Domani ritorneranno gli allenamenti a Milanello e ci saranno dei colloqui singoli con tutti, attendendo i nazionali di ritorno in Italia. Nessuno ha il dito contro come individuo, ma il Milan al completo è sotto la lente d’ingrandimento. La maglia, da qui in avanti, va sudata. Ma per davvero.