Milan-Empoli è stata una partita strana. Maledetta, più che altro. Una di quelle che, nell’arco di una stagione, ci può stare. Perchè si è trattata di una partita dominata dall’inizio alla fine, dove la squadra tutto sommato ha avuto l’ atteggiamento giusto ed ha impedito ai toscani – che in questo 2023 hanno fermato sul pareggio la Lazio a Roma e battuto l’Inter a San Siro – praticamente di giocare la palla sino ai minuti finali della sfida.
Nel miglior momento della partita, mentre il Diavolo produceva il massimo sforzo, alcune interruzioni arbitrali (il nettissimo rigore su Theo non ravvisato, e quello prima dato e poi giustamente tolto) hanno stoppato l’abbrivio rossonero e permesso ai toscani, che erano in affanno totale, di tirare il fiato e ricomporsi.
Il grande problema del Milan 2022/2023 – quello che, almeno tra i confini nazionali, non sta rendendo pieno onore allo Scudetto portato sul petto – sono state piuttosto tutte le altre partite, quelle buttate, regalate all’avversario, non giocate in virtù di un atteggiamento indegno, che permetteva agli avversari di arrivare con estrema facilità nell’area rossonera, e di punire il portiere di turno, che fosse Tatarusanu o Maignan.
Qualche esempio? Sassuolo, Udinese, Salernitana, Lazio, Inter, Lecce, Fiorentina, per citare le più eclatanti. E sono proprio questi match – emblema della cronaca incapacità di dare continuità ai risultati mostrata dai rossoneri in stagione – che alla fine rischiano di avere un peso enorme, quasi fatale, sulla qualificazione alla prossima Champions League, che, è bene ricordarlo, è imprescindibile per la crescita del Milan inteso in tutte le sue componenti.
La questione su cui i tifosi rossoneri hanno iniziato a dibattere sin dal triplice fischio del rivedibile arbitro Marcenaro è stata: “Ma Pioli ha fatto troppo turnover?“. Forse sì, ma chi scrive non crede sia stato questo il motivo del pareggio, anche perchè Diaz ha giocato quasi quaranta minuti, Leao e Giroud praticamente mezz’ora (recupero compreso). Il succo della questione è che il match pre-Champions è da sempre duro, forse perchè, più o meno inconsapevolmente, la testa va già alla musichetta e perchè bisogna far arrivare i titolari nelle condizioni migliori possibili.
Non dimentichiamo che Diaz e Leao non si erano allenati al massimo in settimana (a causa di alcuni acciacchi) e Giroud ha pur sempre quasi 37 anni. Insomma, far rifiatare qualche big (e allo stesso tempo dare possibilità di mettersi in mostra a chi gioca di meno) era una scelta a monte comprensibile e condivisibile, anche se è evidente che il Milan di quest’anno è troppo dipendente dalle giocate dei tre sopra citati per rinunciarvi in contemporanea.
Il vero problema, semmai, sarà Bologna-Milan, un match fondamentale, anzi vitale, per la lotta Champions, che arriva nel bel mezzo della doppia sfida di Champions, su un campo molto difficile contro una squadra in un momento d’oro e riposata. Al Dall’Ara, insomma, sarà complicatissima. Ma ci sarà tempo per pensarci: prima c’è “solo” un quarto d’andata di Champions: che San Siro sia una bolgia e i calciatori del Milan mettano in campo tutto. Buona Pasqua!
