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Da André Silva a Kris Piatek, 3 anni e 107 milioni di delusioni

Con ogni probabilità, dopo la “rivoluzione del ’17”, a Casa Milan si respira già aria di nuovo, ancora una volta, tre anni dopo. Eppure di quei famosi undici che sbarcarono a Milanello nell’estate 2017, i superstiti sono sempre meno e si vocifera che il prossimo anno potrebbe rimanere solo Hakan Calhanoglu, anch’egli in dubbio da qualche tempo. La rivoluzione 2020 non sarà della stessa lunghezza d’onda della precedente, ma avrà allo stesso modo una buona dose d’importanza. Certo, per più di un milanista si tratterà dell’ennesimo cambiamento dirigenziale, della stessa girandola iniziata nel post-Berlusconi che tutt’ora continua a ruotare, nonostante la direzione del vento sia ora più che mai incline alla preoccupazione. E come dare torto. Quattro allenatori in tre stagioni, due presidenti uno più inefficace dell’altro, acquisti e politiche dirigenziali fallimentari… questo non è Milan. E nonostante tutto ci troviamo ancora a commentare una rivoluzione, sperando in un domani migliore. Quest’estate i rossoneri acquisteranno il loro 32esimo calciatore in tre anni. I colpi che avevano fatto sognare i tifosi, Bonucci ed Higuain, sono stati rispediti al mittente nel giro di 12 mesi e le promesse, come Piatek e Paquetà, si sono consumate dopo 6 mesi promettenti. Segno che forse il povero Boban non era l’emblema di una società decaduta ma solamente l’ennesima fase di un ciclo fallimentare di anni. Un ciclo che ora costa al Milan ben 146 milioni di euro di rosso in bilancio.

107 MILIONI – Di questo enorme passivo, al netto di stipendi e commissioni varie, una buona parte della perdita è dovuta alla cattiva scelta dei profili da inserire in rosa, in particolar modo nel reparto d’attacco. Dal 2017, in media, il Milan ha avuto un centravanti ogni sei mesi. A parte Cutrone e Ibrahimovic che hanno mostrato buone cose, i restanti Andre Silva, Kalinic, Higuain e Piatek sono stati 107 milioni di delusioni. Ad ogni modo, un cambiamento così frequente non è un bene per nessuno, in quanto è sempre necessario cambiare strategia a seconda del profilo che si presenta. Tra l’altro il Milan è l’unico top club italiano, esclusa l’Inter che ha iniziato un percorso nuovo e serio, a non aver un attaccante “senatore”. La Juventus ha Dybala dal 2015, la Roma ha Dzeko da cinque anni ed ora è capitano ed il Napoli ha Mertens dal 2013, ora miglior marcatore della storia dei partenopei. Impossibile pretendere continuità se non si da valore nel tempo. Ripercorrendo le ultime stagioni del Milan, Andre Silva è stato preso a 38 milioni dal Porto, esaltato pure dal connazionale Ronaldo che lo ha definito come il suo erede. Tuttavia il bottino del lusitano si è rivelato prolifico solo in Europa League con 8 centri mentre in campionato le reti sono appena 2 in 24 presenze. Il compagno di reparto Kalinic, acquistato per 25 milioni dalla Fiorentina, non ha avuto maggior successo. Arrivato per alternarsi con Silva, è finito con il farsi surclassare dal giovane Cutrone. Le reti sono appena 6 in 41 presenze.

ILLUSIONI – Ceduti Silva e Kalinic a Siviglia ed Atletico Madrid, il successore è il Pipita Higuain, sacrificato dai bianconeri per far posto a Cristiano Ronaldo. Per la prima volta dopo Inzaghi, il popolo rossonero si è illuso nel poter trovare nell’argentino il numero 9 perfetto, di qualità ed esperienza. Le cose non sono andate per niente così, con una misera permanenza di sei mesi e 8 gol in 22 presenze, per un costo complessivo di 9 milioni di prestito. Nella stessa finestra di mercato arriva Piatek per 35 milioni, dopo 6 mesi da bomber alla corte del Genoa. La seconda parte di stagione prosegue con lo stesso ritmo: doppia cifra, reti in campionato e Coppa Italia, concludendo la stagione come secondo miglior marcatore della Serie A. La Curva Sud si innamora e gli dedica un coro, illudendosi per la seconda volta. Con l’arrivo di Giampaolo prima e Pioli poi, il pistolero non è mai riuscito a ripetere quanto di bello aveva fatto l’anno precedente, segnando appena 4 gol di cui 3 su rigore. Complice il talento di Leao e l’arrivo di Ibrahimovic, il polacco è sempre più ai margini del progetto, fino alla cessione all’Hertha Berlino. Sono passati tre anni… e il popolo rossonero sta ancora attendendo il proprio numero 9.

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