È ancora tempo di Champions League. Il Milan si prepara alla sfida con la Stella Rossa a San Siro con l’obiettivo di entrare tra le prime otto d’Europa ed evitare il playoff. Il tutto cercando di dimenticare il terreno perso in campionato ed il solco ormai venutosi a creare con il gruppone delle prime della classe.
Perché il DNA europeo rossonero è rimasto. Nonostante tutto. E quelle stagioni in cui si faticava in campionato ma si vinceva in Europa ce le ricordiamo tutti. Con le dovute proporzioni, sia chiaro. E proprio perché bisogna fare inevitabilmente delle proporzioni, ci chiediamo: quanto il Milan potrà andare lontano in Champions?
La vittoria di Madrid, oltre a fornire un bonus non da poco a Fonseca per salvare la panchina, ha proiettato il Milan verso nuovi orizzonti. Con un calendario non poi così impegnativo – anche qui obbligatorio fare le dovute proporzioni, e non solo – l’obiettivo principale è diventato arrivare tra le prime otto. Senza playoff o altri calcoli strani. Ma fino a dove si può arrivare?
La domanda è lecita e la risposta non è poi neanche così difficile da formulare. Perché sì, il Milan può passare il primo turno in Europa ma ipotizzare un risultato stratosferico – ad oggi, ma anche a domani e a dopodomani – diventa alquanto utopistico. Sicuramente classificarsi tra le prime otto ti dà un grande vantaggio ma alla fine le squadre forti, davvero forti, le incontri. E quest’anno è anche più probabile trovare avversarie di ferro già dopo il playoff considerando che alcune big stanno balbettando.
Guardando in faccia la realtà dunque, provare a salvare la stagione puntando su un gran percorso in Champions non sembra poi una strategia così vincente. Soprattutto se si rischia poi di dover dare forfait a quella che sarà la prossima di stagione in Champions. Arrivare tra le prime quattro (o magari anche cinque) viste le concorrenti e come sta andando questa prima parte di stagione non è poi così scontato. Specie se ci si concentra sulla Champions come i tanto cari vecchi tempi.
E allora perché non destinare tutte le proprie forze su Coppa Italia e Supercoppa? Alzare un trofeo, o due, di questi tempi per il Milan non sarebbe una routine. Anzi. Sollevare una coppa che non si vince da più di vent’anni o ancor più battere in fila Juventus e poi una tra Inter e Atalanta darebbe al Milan di Fonseca, anche al Milan di Fonseca, una certa credibilità che è svanita nel tempo e che lentamente sta scivolando sempre più via. Con il bonus (non può essere un qualcosa di più) Champions League sempre lì pronto da giocare. Ma occhio a non considerarlo l’unico.