16 agosto 2003. Vent’anni fa sbarcava in Italia, con gli occhiali ed il viso da bravo ragazzo, un nuovo calciatore del Milan, Ricardo Kaka. Cravatta rossa, capelli lunghi ed ordinati, e quel nome che faceva un pò sorridere. In pochi avrebbero scommesso su di lui, tranne il dirigente più lungimirante della storia del calcio, Adriano Galliani. Con lui, il Milan conquistò la Champions da protagonista nel 2007, con annesso pallone d’oro e mondiale per club. Kakà, grazie alle sue qualità palla al piede, dribbling e tiro, è diventato – secondo molti – il trequartista più forte della storia del calcio.
Il Milan, vent’anni dopo, ha attraversato periodi complessi, con un rapido decadimento durato quasi un decennio, salvo poi tornare in auge in maniera decisa, grazie alla progettualità, investimenti ed idee. Il Milan post Berlusconi non ha la possibilità di irrompere nel mercato, ed è dunque obbligato ad investire con prudenza. Cardinale sta rispettando le promesse fatte ai tifosi, e la campagna acquisti guidata da Furlani ne è la prova. Colpi mirati, con caratteristiche precise da assemblare in campo, come richiesto da Pioli.
Kakà, arrivò nel mondo rossonero all’età di 21 anni, con un mondiale conquistato con il Brasile (non da protagonista) e l’immagine di un prospetto tutto da scoprire e far esplodere. Vent’anni dopo, il mercato ha portato a Milanello nuovi talenti da scoprire: Pulisic, Okafor, Romero, Chukwueze, Musah. Talenti cristallini che dovranno emergere sotto l’ala di mister Pioli. Vedendo i numeri, il nigeriano classe ‘99, Samu Chukwueze, proveniente dal Villarreal, ha le qualità che maggiormente balzano all’occhio, e probabilmente è anche il calciatore con maggiori margini di miglioramento. Ma per conduzione palla, dribbling, conclusione, e soprattutto ruolo in campo, a Kakà (non è un paragone) somiglia un po’ di più Christian Pulisic.
I tifosi si augurano che i nuovi arrivi possano almeno provare ad essere come il fenomeno brasiliano, visto che nessuno, al momento, si è avvicinato alla sua classe e al suo talento. Kakà era una meraviglia per gli occhi, era l’idolo – e lo è anche ora – di tutti i tifosi rossoneri. La sua conclusione spiazzava ogni portiere e faceva gioire un intero stadio. Kakà prese per mano il Milan e lo ha portò sul tetto del mondo. Da calciatore è stato esempio di lealtà e sportività: un uomo da ammirare. Vent’anni dopo, il Milan dei Leao, Giroud, Maignan e Theo Hernandez, vuole tornare a rivivere quel sogno, chiamato Champions League… dunque chissà se i nuovi riusciranno a compiere l’impresa.
