Dopo 25 giornate di campionato, il Milan si trova, momentaneamente, al primo posto in classifica, con un ampio margine sulla quinta, ovvero l’Atalanta, a certificare l’ottimo percorso fatto fino ad ora. Il vero obiettivo, per questa stagione, è superare i 79 punti del campionato scorso, e se possibile, provare a qualificarsi per la coppa dalle grandi orecchie, con tranquillità. Il sogno, eventualmente, sarebbe quello lottare per il primo posto, con il calendario che sembra favorevole ai rossoneri, ma questa è un’altra storia. Le note positive, oltre alla classifica, sono la crescita di giocatori importanti, che stanno pian piano formando lo scheletro della squadra: in porta, Maignan, è l’uomo copertina di una difesa che subisce poco e regala emozioni. Tonali e Bennacer di un centrocampo dal ritmo altissimo, che non abbassa mai la propria intensità. E Rafael Leao, assieme ad Olivier Giroud, la colonna sonora di un Milan che vola allegramente verso risultati importanti.
Questa estate, Pioli, ha parlato chiaramente: “Ho trovato giocatori diversi, più maturi”, e tra questi, figurava Sandro Tonali. Il riscatto dal Brescia, l’ingaggio ridotto, e una presenza più convinta a Milanello, un mix perfetto che ha fatto aprire gli occhi al calciatore ed agli amanti del calcio, su quali siano le reali capacità del numero 8. Il classe 2000, tutto d’un tratto, non ha lasciato scampo ai suoi competitor. Dalla gara contro il Cagliari, in cui ha siglato la sua prima rete con la maglia del diavolo, Sandro non ha mai avuto un calo. Sempre prestazioni oltre la sufficienza, per non parlare delle gare in cui sembra indemoniato. I palloni recuperati, le giocate a favore dello spettacolo, le verticalizzazioni, e soprattutto il carisma che mette in campo, sono sinonimo di talento. Ma ciò che più sorprende, è che nei big match, è l’uomo in più. È sempre il calciatore che spicca per intensità, per gioco, per prestazione. La sua personalità è tangibile, ed è per questo che San Siro lo ama.
Il mister Pioli, ora come ora, è quasi impossibile che decida di non schierarlo dal primo minuto, anche quando c’è da fare turnover. La sua fisicità in mezzo al campo, l’equilibrio che dà alla squadra, sono fondamentali. Al posto giusto, al momento giusto. E quella corsa da mezz’ala, che spesso impressiona. Tonali, classe 2000, è un centrocampista completo, che incarna perfettamente il DNA rossonero. Come nel derby, quando prese le difese del suo compagno Theo Hernandez, che ritardava nel rialzarsi. Fosse per lui, porterebbe da subito la fascia rossonera sul braccio, ma per questo non è ancora il momento. Da sempre molto silenzioso, lo si vede poco parlare, e poco davanti le telecamere. A lui apparire fuori dal campo non interessa, la vera trasformazione avviene nel recinto di gioco, dove tutto è sempre sotto il suo controllo. La sua crescita è bella e sana, e se il Milan dovesse lottare per qualcosa di importante, al vertice della classifica, lo farà con un leader giovanissimo in mezzo al campo, che in questo momento, ha piena fiducia delle sue qualità.