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Theo un addio che fa male, Paolo un compleanno pieno di rimpianti. Un pezzo di Milan che non c’è più

Theo Hernandez e Paolo Maldini. Un binomio che parla di parte della storia della fascia sinistra di difesa del Milan, ma che soprattutto parla di un’intesa, di un amore e di una stima reciproca che è stato uno dei fattori che ha contribuito a riportare il Milan in alto nel triennio 2020-2023. Oggi, 26 giugno 2025, però, uno è quasi ufficialmente fuori dal Milan, dopo sei anni di gioie e dolori, ma soprattutto di tante cose che sono successe nel mezzo, l’altro viene riconosciuto in tutto il Mondo, come al solito, con messaggi di auguri, ricordi e stima, come un campione inarrivabile, un esempio per tutti, un simbolo del Milan, ma soprattutto del mondo del calcio in generale. E, così come sta accadendo sempre più da due anni a questa parte, ogni tifoso del Milan che si rispetti, oggi si sente ancora più tradito, abbandonato, preso in giro da chi lo amministra e da chi ha deciso che uno degli uomini di calcio più amati e rispettati di sempre e di ogni epoca, deve stare fuori dalla società, da ogni meccanismo e logica dirigenziale, fuori dal suo Milan, da casa sua e da ciò che aveva contribuito a far tornare ad essere grande. E, manco a farla apposta, in questa beffarda estate 2025, che da una parte pone Tare e Allegri come un possibile spiraglio di luce, ma dall’altra continua a far perdere punti di riferimento importanti di milanismo ai tifosi, si assiste anche alla partenza di quello che è stato uno dei calciatori più forti e più amati dai tifosi in questi anni, del figlio prediletto di Paolo Maldini, di quel Theo Hernandez la quale storia al Milan poteva e doveva finire meglio, ma ha preso una brutta piega anche per colpa sua.

Theo, alti e bassi e cose mai viste

Milan: Theo Hernandez (Photo Credit: IPA Agency)
Milan: Theo Hernandez (Photo Credit: IPA Agency)

Ed allora, solo perché Theo e Paolo, almeno negli ultimi sei anni, sono stati due simboli del Milan spesso accostati e a cui difficilmente si può essere indifferenti, è bene ricordare che uno dei primi mattoni per la ricostruzione di un Diavolo competitivo e vincente, Maldini lo mise nell’estate del 2019 a Ibiza a margine di un incontro con Theo che, allora appena 22enne, fu convinto dall’aura del più forte difensore di tutti i tempi, a vestire il rossonero. La storia di Theo Hernandez al Milan, poi, la conosciamo tutti. Da quell’esordio in quel derby perso nettamente con Giampaolo in panchina, nel settembre 2019, alle sgroppate sulla fascia che ancora fanno venire i brividi e la pelle d’oca. Da quel memorabile coast to coast e gol all’Atalanta che valse mezzo Scudetto nel maggio 2022, a quell’intesa con Rafael Leao che per un paio di stagioni ha significato per il Milan avere la fascia sinistra più forte e devastante d’Europa. I tanti gol e gli assist che lo hanno addirittura posto al di sopra del suo idolo Paolo in questa speciale classifica e le prestazioni da assoluto dominatore, su quella corsia mancina, che sicuramente faranno brillare gli occhi a tutti i milanisti sempre e comunque. Il Treno Theo Hernandez è stato visto partire tante volte dalla fascia sinistra di San Siro rossonera e non verrà mai dimenticato, poteva essere gestito meglio, ma si è pian piano spento dopo che l’attuale società ha voluto rinunciare alla figura di Paolo Maldini, alla sua aura, alla sua protezione di spogliatoio e milanismo, al suo garantire per tutto e tutti. Theo Hernandez se ne va quasi da separato in casa, porta circa 30 milioni nelle casse rossonere ad un anno dalla scadenza del contratto, lascia dopo una stagione molto deludente e piena di contestazioni, momenti negativi e comportamenti poco edificanti e professionali. Chi vi scrive, però, ci ha sperato fino all’ultimo. Ha sperato che Theo e il Milan potessero ritrovarsi e trovare un accordo a metà strada, che Allegri avrebbe potuto riportare a Milanello il vero Theo e che quel Treno emozionante e bellissimo che abbiamo visto partire tante volte da quella corsia mancina, potesse tornare a deragliare e far impazzire avversari e rivali.

Theo e Paolo, un pezzo di Milan che mancherà per sempre

Milan: Sandro Tonali, Paolo Maldini, Zlatan Ibrahimovic
Milan: Sandro Tonali, Paolo Maldini, Zlatan Ibrahimovic

Adieu Theo, quindi, da chi ti ha sempre amato, difeso e protetto e da chi sa che un giocatore così su quella fascia difficilmente lo vedremo a breve, così come non lo vedevamo da circa 20 anni, dai tempi di Paolo Maldini, appunto, e di Serginho poi, nei primi anni Duemila. Ogni volta che guarderemo una partita del Milan, chiunque agirà su quella fascia, non potremo fare a meno di immaginare, almeno per un altro solo istante, una chioma rosa/bionda/trasparente o di qualsiasi altro bizzarro colore, che parte e diventa imprendibile, andando a seminare il panico nelle difese avversarie. Ed è davvero un paradosso che chi vi scrive debba ricordare uno dei terzini sinistri più forti della storia del Milan, proprio nel giorno del 57esimo compleanno del calciatore più importante di sempre, del difensore più forte di tutti i tempi, del milanista più milanista che sia mai esistito. E, allora, vengono i brividi, ogni volta, a leggere gli attestati di stima di tutto il mondo calcistico, fuorché la propria società che si limita ad un trafiletto di augurio freddo e ipocrita sui social, per Paolo Maldini. La stima, il rispetto, l’amore, l’ammirazione che ogni volta vengono condivisi, mostrati e indirizzati all’ex capitano e bandiera rossonera sono davvero una botta ancor più forte al cuore di ogni tifoso del Milan che si rispetti. Perché un uomo amato, rispettato e riconosciuto da tutto il Mondo, anche dagli acerrimi rivali e nemici di sempre, deve stare fuori dal Milan? Perché un uomo che ogni società farebbe a gara per avere come simbolo, garante e dirigente della propria, è stato cacciato in quel modo dal suo Milan? Queste però sono domande già poste, che tutto il Mondo, anche non milanista, si è sempre fatto, e alle quali logicamente non c’è risposta, se non con pensieri non certo lusinghieri per gli attuali dirigenti e amministratori rossoneri. Oggi, però, è giusto ricordare che dalla stagione che verrà il Milan sarà orfano di Theo e continuerà ad esserlo anche di Paolo. E, allora, addio Theo e buona fortuna; buon compleanno Paolo, perdona, se puoi, questa gente che non sa cos’è il Milan e ti ha allontanato da casa tua!

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