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Squadra giovane e talentuosa? Le parole di Maldini, le colpe di Pioli e le scelte della società

Dopo la doppia sconfitta della squadra nel derby di semifinale di Champions League e nonostante le tre partite che mancano al termine della stagione, in casa Milan sono cominciati i processi e i bilanci. Quest’ultimo, almeno per quel che riguarda questa stagione ancora in corso, non può che essere negativo. Al netto di un ottimo cammino in Champions League, terminato però nel peggiore dei modi, il Milan si è esposto a figuracce in Supercoppa Italiana e Coppa Italia ed ha disputato un campionato pessimo. Al di là di come finirà, l’attuale quinto posto, ma in generale il cammino in Serie A è stato davvero poca roba. Se, anche per le decisioni dei vari tribunali sportivi sulla Juventus, arriverà la qualificazione alla prossima Champions League, la stagione sarà comunque deludente, altrimenti, in caso contrario, non si deve avere alcuna paura a definirla fallimentare. Paolo Maldini, al termine della sfida di ritorno persa contro l’Inter, ha parlato di una stagione da 8 in pagella, ma è sembrata più una dichiarazione di facciata che un bilancio vero e lucido sulla squadra. Maldini è uomo di calcio ed è troppo intelligente per dire altro e per pensarla davvero in questo modo. Nel resto delle sue dichiarazioni, però, è uscita tutta la verità sull’attuale Milan.

Le parole e le mezze verità di Maldini sulla squadra

Milan: Paolo Maldini (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Paolo Maldini (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

Parlare di un Milan nettamente inferiore all’Inter e di scelte della società, che vanno in controtendenza con quella che sarebbe la sua volontà e la sua idea per rinforzare la squadra e per farla crescere realmente, rende l’idea di quale sia il pensiero reale di Maldini, tra le altre cose, mai nascosto anche in altre dichiarazioni ed in altri momenti della sua avventura rossonera. In particolare, sono rimaste impresse queste parole: “De Ketelaere è un esempio di giocatori che devono crescere, è normale. Sarebbe stato molto più semplice e molto meno oneroso per noi andare su un giocatore come Dybala all’inizio dell’anno. Ma sarebbe stato un acquisto giusto per il nostro progetto? Sarebbe stato giusto e condiviso dalla proprietà? No. Sappiamo che abbiamo un’idea e abbiamo la volontà di costruire una squadra giovane e talentuosa”. Ecco, al netto degli errori che sono stati fatti, forse per la prima volta realmente e totalmente, in sede di calciomercato da Maldini e Massara, soprattutto nella scelta di Origi (che prende 4 milioni di euro e va a sconfessare un po’ quello che Maldini dice e ha detto su Dybala), in queste parole Paolo riporta il suo pensiero o ciò che gli impone la società? E, ancora, quel: “Sarebbe stato condiviso dalla società?”, di certo non è detto a caso.

Guerra fredda tra società e Maldini, la squadra e la posizione di Pioli

Milan: Gerry Cardinale, Paolo Maldini (Photo by AC Milan/AC Milan via Getty Images)
Milan: Gerry Cardinale, Paolo Maldini (Photo by AC Milan/AC Milan via Getty Images)

Continua, quindi, la guerra fredda tra Maldini e la società. Una guerra che non è mai stata archiviata e che mette sul tavolo due modi diversi di volere la squadra del futuro, ma soprattutto il progetto Milan. Non è un caso che sui principali organi di stampa e siti di informazione italiani si è tornati a parlare di dissidi tra società e Paolo Maldini con la posizione di quest’ultimo che sarebbe in bilico. Sempre secondo queste fonti, inoltre, a rischiare non sarebbe di certo Stefano Pioli che resterebbe saldo sulla panchina rossonera. Ma, al netto degli errori (o presunti tali, perché i calciatori vanno giudicati su più stagioni) di Maldini nell’ultima campagna acquisti, si può mai mettere in discussione l’artefice principale dei successi e della crescita del Milan arrivata, anche inaspettata, nelle ultime stagioni? E, soprattutto, perché non mettere minimamente in discussione, invece, Stefano Pioli? Il tecnico di Parma ha grandissimi meriti per il ritorno in Champions, lo scudetto vinto e la semifinale conquistata, ma in questa stagione ha fatto tanti, tantissimi errori. Al netto di Origi e De Ketelaere, infatti, se andiamo ad analizzare i nuovi acquisti del Milan, ma soprattutto i “cosiddetti” giovani talentuosi della squadra, arrivati l’estate scorsa, notiamo che di spazio ne hanno avuto pochissimo e non sono mai stati inseriti del tutto nel progetto. E, quindi, se Vranckx, Adli, in questa ultima parte di stagione anche De Ketelaere, non hanno mai giocato, e per scoprire Thiaw si è dovuta infortunare tutta la difesa e per mesi gli è stato preferito Gabbia, di chi è davvero la colpa? Tante domande dalla risposta, almeno per il sottoscritto, abbastanza scontata.

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