HomeIn evidenzaRinnovo Kessie. Il Presidente non è Donnarumma, né tantomeno Calhanoglu

Rinnovo Kessie. Il Presidente non è Donnarumma, né tantomeno Calhanoglu

Nemmeno il tempo di archiviare gli addii di Gianluigi Donnarumma e Hakan Calhanoglu, che in casa Milan è già tempo di pensare al tema “rinnovo Kessie”. Un tema che diventa scottante, un tema che non può e non deve essere trattato alla stessa maniera degli altri due. Si fa già un gran parlare del pericolo concreto che anche l’ivoriano possa andar via a parametro zero la prossima estate, non fosse altro, appunto, per il fatto che anche il suo contratto scadrà a breve, esattamente il 30 giugno 2022. Una data che mette già paura ai tanti tifosi milanisti che temono di vedere un altro dei propri beniamini, andar via dalla propria squadra del cuore senza incassare nemmeno un euro. Una paura concreta, una paura fondata, soprattutto per chi non vuol rivedere lo stesso film visto durante l’ultima stagione sui tira e molla legati ai contratti di Donnarumma e Calhanoglu. Tira e molla estenuanti che, per fortuna non hanno influito sul risultato e l’obiettivo raggiunto dalla squadra, ma che hanno sicuramente lasciato strascichi nelle coronarie dei tifosi milanisti.

Rinnovo Kessie, ecco perché essere fiduciosi. La posizione del calciatore

Milan: Gianluigi Donnarumma - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Milan: Gianluigi Donnarumma – Milanpress, robe dell’altro diavolo

Sul rinnovo Kessie, al momento, si parla già di una distanza preoccupante tra domanda e offerta. Il Milan sarebbe disposto, anzi mette sul piatto un rinnovo da quattro milioni di euro a stagione, mentre l’entourage del calciatore chiederebbe una cifra non inferiore ai 6 milioni. Distanza colmatile? Cifre reali? Ancora non lo sappiamo, ma sappiamo in cuor nostro che quando si parla del “Presidente”, si parte già da un presupposto diverso rispetto ai Donnarumma e Calhanoglu di turno. Le ragioni per cui ci spingiamo a dire ciò sono molteplici. Prima di tutto vediamo, sperando di non sbagliare, un attaccamento alla maglia diverso da parte dell’ivoriano rispetto agli altri due. Il modo in cui lotta per la squadra, le dichiarazioni (e non di facciata come i suoi ex compagni di squadra), il suo esserne leader e trade union, la sua voglia di Milan: sono tutti elementi che fanno ben sperare per un prossimo, e speriamo vicino, rinnovo. Poi c’è la questione fascia da capitano. Frank Kessie potrebbe ereditare la fascia da Donnarumma (e da Romagnoli) e diventare il leader indiscusso della squadra. Se la gioca con Kjaer, ma se la scelta ricadrà sul centrocampista africano, potrebbe essere una ragione in più per spingerlo a rinnovare.

Rinnovo Kessie, ecco perché essere fiduciosi. La posizione della società

Milan: Paolo Maldini - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Milan: Paolo Maldini – Milanpress, robe dell’altro diavolo

La questione rinnovo Kessie sembra essere diversa dagli altri due casi anche per motivi legati alla volontà della società. Prima di tutto sembrano diversi gli scenari e i contesti. Paolo Maldini è diventato, solo da una anno a questa parte, effettivamente quello che decide di tutte le questioni tecniche in casa Milan. Tra cambi di dirigenti e la questione Rangnick, infatti, prima del luglio scorso, l’ex capitano rossonero non era a tutti gli effetti in sella alla guida della parte tecnica rossonera, ma soprattutto non aveva il potere che ha adesso. Un potere che, oltretutto, anche la società (da Elliott a Gazidis) gli riconosce, avendo portato risultati soddisfacenti negli ultimi tempi. Ora, quindi, ha più margine di manovra per decidere e intavolare trattative complicate come questa e, non ci stupiremmo, se il rinnovo Kessie si concretizzasse già prima dell’inizio della prossima stagione. Un’altra ragione per cui essere fiduciosi è proprio la volontà della società che riconosce nel “Presidente” un ruolo fondamentale nella crescita del Milan degli ultimi tempi e come calciatore centrale nel progetto per il futuro. Ragion per cui si potrà anche mettere in preventivo un piccolo sforzo in più, a fronte anche del fatto che le cifre avanzate (qualora siano realmente quelle) parlano di richieste ragionevoli, a differenza di quella su cui si discuteva, per esempio, nell’affaire Donnarumma.

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