Quando un allenatore riesce ad andare oltre i propri limiti, vuol dire davvero che ha fatto il salto di qualità. E questo è quello che si pensa ad oggi il Stefano Pioli, un allenatore ritenuto poco vincente per tutta la sua carriera e che oggi, dopo tanti anni di gavetta, è vicinissimo alla conquista di uno scudetto che avrebbe del clamoroso.
La realtà dei fatti è che il tecnico è riuscito a lavorare con calma come mai gli era accaduto negli anni passati, e di questo bisogna ovviamente elogiare la società con Paolo Maldini e Frederic Massara in prima linea, i due dirigenti che più di tutti gli altri hanno creduto nel potenziale del tecnico di Parma.
E il Milan di oggi è l’emblema proprio di questo, dell’unione delle qualità di chi dirige le squadra e di chi, invece, si trova dietro la scrivania. È assai complesso trovare una situazione dove esiste un’armonia come il quartier generale rossonero.
E chi se ne frega se cambierà la società, l’importante è che i tre Alfieri di questo progetto rimangano al loro posto, altrimenti si rischia davvero di raggiungere la vetta ma di precipitare subito nei bassifondi. E ci piace etichettare i tre interpreti principali di questo sogno di questo grandissimo progetto come la nuova triade, costruita non su sotterfugi e modi alternativi di raggiungere i risultati sportivi ed economici, ma costruito sul sudore, programmazione, fiducia reciproca e, perché no, anche di un costante muro per schermare e proteggere la squadra. Quello che lo sport dovrebbe insegnare.