HomeIn evidenzaPioli il destino ormai segnato, ma il Mister merita rispetto

Pioli il destino ormai segnato, ma il Mister merita rispetto

Una vittoria convincente, uno schiaffo alle critiche, una ripartenza con il piede giusto. Può essere interpretato in tanti modi il roboante successo ottenuto ieri in trasferta contro il Lecce dal Milan, ma di sicuro non può che essere interpretato come un ulteriore prova del fatto che la squadra c’è, il gruppo è unito e coeso andrà avanti da qui fino al termine della stagione. Dopo lo 0-0 contro la Juventus di dieci giorni fa che era costato al Milan l’eliminazione dalla finale di Coppa Italia, ma che aveva dato merito ai rossoneri di uscire imbattuti dallo Stadium nonostante l’inferiorità numerica e la scarsa preparazione fisica ed atletica, è arrivata la prima vittoria stagionale con tre gol di scarto, la prima senza particolari sofferenze e patemi d’animo nel finale, la prima con quattro gol all’attivo. Al netto degli evidenti imbarazzi tattici e atletici e di alcuni problemi di formazione del Lecce, Stefano Pioli è comunque riuscito a dare la giusta scossa e la giusta mentalità ai suoi ragazzi e ha comunque dimostrato che, nonostante tutte le voci che lo vogliono già distante dal Milan a fine stagione, la squadra è con lui, non molla di un centimetro e la testa, sua e dei suoi ragazzi, è quella giusta.

Pioli, un bilancio discreto ed un lavoro da lodare

Dal Lecce a Lecce per Mister Pioli è passato un girone alla guida del Milan. Un girone strano, un girone pieno di alti e bassi, un girone interrotto da più di tre mesi di sosta forzata. Nonostante siano arrivate comunque le sconfitte contro Roma, Juventus, Lazio, Genoa ed Inter nel ritorno del derby, l’unica gara in cui la squadra è completamente mancata è stata quella contro l’Atalanta, quando a Bergamo i rossoneri andarono incontro ad una delle più brutte disfatte della loro storia. Al netto di Bergamo, quindi, il Milan ha sempre offerto prestazioni dignitose, diventate buone e a tratti ottime con il cambio di modulo e l’arrivo di Zlatan Ibrahimovic. Il 2020 dei rossoneri, infatti, si può definire più che buono, se si esclude la sconfitta casalinga contro il Genoa, soprattutto dal punto di vista del gioco espresso che, con il 4231 non è mai mancato totalmente. Il lavoro di Pioli, quindi, è stato encomiabile e, pur tra mille difficoltà, infortuni e critiche, è sempre andato dalla parte di un miglioramento che, seppur a piccoli passi, si è sempre intravisto. Come si è visto ieri a Lecce e come siamo sicuri che si vedrà da qui a fine stagione con una squadra che, come detto, è dalla parte del Mister, non si sente già in vacanza ed in altre mani e lavorerà all’unisono per fare il meglio possibile da qui alla fine.

Pioli e l’orgoglio. Qualche sassolino dalle scarpe sarà ancora da togliere

Il lavoro dell’ex tecnico di Lazio e Inter, tra le altre, come detto, è ancora più da apprezzare perché svolto tra mille punti interrogativi e senza mai avere la fiducia totale dalla società. Come ben ricorderete, infatti, il suo arrivo fu possibile solo dopo l’impossibilità di arrivare a Luciano Spalletti e non fu fatto nulla per nascondere la trattativa con il tecnico toscano. Quando arrivi come una seconda scelta di certo non parti con il piede giusto. Da lì a qualche mese poi, ha cominciato ad aleggiare l’ombra di Ralf Rangnick, ma in modo così pesante che i due dirigenti che hanno maggiormente caldeggiato Pioli, cioè Boban e Maldini, sono stati, o licenziati o messi in discussione, proprio per opporsi al dialogo tra i piani alti della dirigenza ed il tecnico tedesco. Non deve essere stato bello continuare a lavorare in questo clima, soprattutto non deve essere stato facile, ma Pioli lo ha fatto sempre con dignità, con pacatezza e con grandissima professionalità. Senza alzare mai la voce, o quasi mai. Nell’ultima conferenza stampa, quella che ha preceduto la sfida al Lecce, infatti, il tecnico rossonero si è tolto qualche sassolino dalle scarpe e, tra risposte piccate ad alcuni addetti ai lavori e frecciatine lanciate alla società, ha tirato fuori un po’ di orgoglio. Come è normale che sia per un uomo che pretende rispetto e che lo merita tutto.

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