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La caduta delle grandi. Pioli, Allegri, Inzaghi: una sconfitta in comune ma con destini diversi

La caduta delle grandi. Si può intitolare così la domenica appena trascorsa di Serie A. Certo, sarebbe meglio fare una parafrasi visto che ancora siamo a settembre ed il campionato è iniziato da appena sette giornate, ma come titolo calza a pennello. Domenica è successo un fatto più unico che raro in Serie A.

Milan, Juventus e Inter sono uscite sconfitte dal turno numero sette di campionato. L’ultima volta era successo nel 2015. Sette anni fa. Una vita fa. Il Milan era allenato da Mihajlovic, oggi esonerato dal Bologna, e con Balotelli in campo perdeva 1-0 sul campo del Genoa di Gasperini. L’attuale CT della Nazionale Mancini sedeva invece sulla panchina dell’Inter che cadeva a San Siro 1-4 sotto i colpi di Kalinic e la sua Fiorentina. La Juventus invece in panchina aveva lo stesso – contestatissimo – allenatore di oggi, Massimilano Allegri, che perdeva 2-1 contro il Napoli di Sarri e Higuain. Sette anni fa dicevamo, altri tempi ma soprattutto altre storie. Oggi, sette anni dopo, analogie e differenze travolgono le tre grandi del nostro calcio che all’ultima prima della sosta non sono riuscite a fare punti.

DA #PIOLIOUT AD #ALLEGRIOUT E #INZAGHIOUT: NE RESTERÀ SOLTANTO UNO?

Mihajlovic, Allegri, Mancini da una parte. Pioli, sempre Allegri e Inzaghi dall’altra. Questi i tre allenatori allora ed oggi. Il filo conduttore sembra essere quel Max Allegri che si trova protagonista in negativo della prima parte di stagione della Juventus. Aspettative che erano ben altre soprattutto dopo il mercato estivo ma che in campo, complici le assenze, i blackout mentali ed alcuni episodi non sono state rispettate. L’hashtag impazza sui social, la maggior parte dei tifosi bianconeri spinge per l’esonero ed il tecnico toscano prova a cercare alibi sentendosi sempre di più sulla graticola.

Una graticola sulla quale inizia a sentirsi anche Simone Inzaghi. Le tre sconfitte su sette rappresentano un bottino un po’ pesante per chi l’anno scorso si è giocato il campionato fino all’ultima giornata e quest’anno sembrava partire con i favori del pronostico. Passi indietro che sono imputati soprattutto al tecnico ex Lazio, reo di non riuscire a gestire i cambi, le partite e lo spogliatoio. “L’Inter è con me” titola oggi la Gazzetta dello Sport, con un virgolettato di Inzaghi per ribadire la fiducia della società ma soprattutto della squadra dopo un inizio non proprio esaltante che si spera di raddrizzare dopo la sosta. Due situazioni difficili da gestire ma soprattutto da monitorare in vista del prossimo futuro.

Situazione diversa invece in casa Milan. Com’è giusto che sia. La sconfitta con il Napoli, la prima dopo ben 22 risultati utili consecutivi, è un piccolo campanello d’allarme per i Campioni d’Italia che non va ad intaccare la fiducia e gli equilibri acquisiti nel tempo. Stefano Pioli, a differenza dei suoi colleghi, ha vissuto e sta vivendo un percorso tutto in crescendo. L’hashtag out inizialmente era tutto per lui ma con il tempo le cose sono cambiate. L’allenatore rossonero si è conquistato tutto sul campo e si è andato a prendere uno scudetto insperato, sognato ma soprattutto meritato. Checché se ne dica in giro. Ed oggi, un piccolo incidente di percorso fa sì storcere il naso e – come lui stesso ha dichiarato – non essere soddisfatti, ma la situazione non appare così drammatica come da altre parti.

Milan: Stefano Pioli (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Stefano Pioli (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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